Guerra in Ucraina: problemi con le esportazioni di pangasio dal Vietnam

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All’inizio del 2022, erano cinque le imprese vietnamite esportatrici di pangasio verso il mercato russo.

Guerra in Ucraina: problemi con le esportazioni di pangasio dal Vietnam – Una tra le tante conseguenze della guerra in Ucraina è rappresentata dai problemi alle esportazioni di pesce pangasio proveniente dal Vietnam.

Fino allo scorso anno, infatti, la Russia era un mercato forte per il pangasio del Vietnam con un valore di 32,5 milioni di dollari, in crescita del 72,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. (pesceinrete.com)

Se ne è parlato anche su altre testate

“E’ stata notificata a Bruxelles una decisione che compromette il mercato unico – spiega Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo – e mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea. Un errore imperdonabile che è possibile recuperare poiché ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per raggiungere in Italia l’autosufficienza alimentare” (TargatoCn.it)

«Misure urgenti per gestire la carenza di materie prime». Una filiera particolarmente significativa anche per il Sannio con in testa, proprio, la Liverini Spa, realtà imprenditoriale operativa a Telese Terme da 53 anni e. (ilmattino.it)

La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell'esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall'Ucraina ed anche dall'Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell'Unione Europea. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)

“L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili – continuano Reggio e Furia -. (La Nuova Provincia - Asti)

Una situazione che implica un taglio "fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti pugliesi". Per gli allevamenti pugliesi la guerra in Ucraina sta significando "la peggior crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale". (BariToday)

I costi di produzione già saliti oltre le soglie di guardia sono aumentati ulteriormente raggiungendo per alcuni prodotti valori che vanno dal 170% (concimi) all’80% (energia) e del 50% (i mangimi). Questo può anche significare scelta drastiche come dover abbattere capi di bestiame perché non c’è mangime sufficiente». (ilgazzettino.it)