La guerra dei buoni pasto. Come un emendamento di FdI mette a rischio il benefit più richiesto (di A. Pira)

La guerra dei buoni pasto. Come un emendamento di FdI mette a rischio il benefit più richiesto (di A. Pira)
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L'HuffPost ECONOMIA

Uno studio dell'università Cattolica di Milano ha definito i buoni pasto uno "tra i principali capisaldi" del welfare aziendale. Un emendamento al disegno di legge Concorrenza rischia ora di scombussolare il mercato. La proposta dei deputati di Fratelli d'Italia Silvio Giovine e Riccardo Zucconi intende mettere un tetto del 5% alle commissioni applicate dalle societ… (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altre testate

"Solo un'informazione avveduta può determinare scelte politiche coerenti. "Rileviamo dai media numeri inesatti sul mercato dei buoni pasto", afferma Matteo Orlandini, presidente di Anseb, l'Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni Pasto. (Tiscali Notizie)

L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre le commissioni per rendere sostenibile il sistema e preservare i buoni pasto come strumento di welfare. (QuiFinanza)

Periodicamente il dibattito sul tema buoni pasto torna attuale, su stampa e presso le istituzioni. Nell’ambito dell’esame del disegno di legge annuale sulla concorrenza, un emendamento propone di stabilire un tetto, fissandolo al 5%, alle commissioni che gli emettitori di buoni pasto potranno applicare agli esercenti convenzionati, ossia ai bar, ristoranti, esercizi commerciali e grande distribuzione che ogni giorno accettano questi titoli come corrispettivo a fronte dell’erogazione del servizio sostitutivo di mensa. (Econopoly)

Addio ai buoni pasto (per come li conosciamo)? Arriva nuovo tetto su commissioni

I buoni pasto rappresentano uno strumento centrale nel welfare aziendale italiano, offrendo ai lavoratori un sostegno economico e, al contempo, favorendo il consumo presso ristoranti e negozi convenzionati. (lentepubblica.it)

Però il 70% dei buoni pasto non viene più usato per la pausa pranzo, ma per fare la spesa al supermercato. TORINO – Il mercato vale 4 miliardi all’anno, si è trasformato dopo il Covid e l’avvento dello smart working, ma il comparto dei ticket che sostituiscono la mensa continua a crescere. (la Repubblica)

“Solo una moralizzazione del mercato può salvare lo strumento del buono pasto, che deve restare un beneficio per i lavoratori senza diventare un peso insostenibile per la rete degli esercenti”, spiega in una nota Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario di Fipe. (Agenzia askanews)