Israele, Medio Oriente: 8.768 ore dopo

Israele, Medio Oriente: 8.768 ore dopo di simone sabattini Buongiorno, spesso si dice che un anno, in fondo, passa in fretta. Ma quello che ci separa dagli attacchi di Hamas, per milioni di persone ha tenuto il ritmo lento e angosciante di un incubo senza fine. Non c’è ora, da allora, che non porti con sé morti, feriti, dolore come mai era avvenuto prima nella storia del Medio Oriente. Con la newsletter di oggi - prima di una settimana che potrebbe vedere un nuovo capitolo della guerra, l’annunciato contrattacco di Israele all’Iran - mettiamo in ordine buona parte degli approfondimenti che la Redazione Esteri del Corriere ha curato in occasione dell’anniversario del 7 ottobre. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri giornali

"Questa è una guerra lunga", ha aggiunto, e oggi è "il giorno della commemorazione", ma anche quello in cui "guardarsi nell'anima, riconoscere i propri fallimenti e imparare da essi", scrive Halevi in una lettera inviata ai soldati e ai riservisti israeliani. (Today.it)

Netanyahu ha dimostrato di non averne». «I traumi per quanto dolorosi, si possono superare. (Il Sole 24 ORE)

Il racconto Il Kibbutz di Be'eri è stato uno dei più colpiti il 7 ottobre. Su 1200 persone che ci vivevano, sono state uccise sul posto 90 persone. Trentasette furono sequestrate, 21 liberate e 3 sono ancora a Gaza. (La Stampa)

Il 7 ottobre e la risposta di Milano

Per arrivare al Tempio Maggiore bisogna incrociare gli occhi dei rapiti che sorridono dai manifesti: i vivi, ancora prigionieri nei tunnel di Gaza, e i morti, con la scritta killed by Hamas. Sulle panchine ci sono gli orsacchiotti di peluche con gli occhi bendati e la pelliccia insanguinata e, sui muri della scuola ebraica, le immagini sconvolgenti del pogrom del 7 ottobre. (Corriere Roma)

E le manifestazioni … (Il Fatto Quotidiano)

Libero ha fatto la sua parte con me, Daniele Capezzone e Pietro Senaldi, un piccolo contributo, una testimonianza della nostra fede incrollabile nei valori della libertà, della democrazia, della religione di pace e non di guerra. (Liberoquotidiano.it)