Edoardo Leo presenta ‘Non sono quello che sono’: «Ho trasformato la tragedia di Otello in quella di Desdemona»

Edoardo Leo presenta ‘Non sono quello che sono’: «Ho trasformato la tragedia di Otello in quella di Desdemona»
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Dalla gelosia al femminicidio… Al nono film come regista (oltre che come co-protagonista), Edoardo Leo rilegge l’Otello di William Shakespeare (1604), in chiave gangster-movie contemporaneo. Quasi un neo Gomorra e un neo Suburra (dalla... (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)

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Dopo aver oscillato a lungo tra cinema, teatro e televisione, l'attore romano ha scelto di passare dall'altro lato della barricata misurandosi col mestiere di regista e sceneggiatore (ormai da diversi anni). (Movieplayer)

Pur trasportando l’opera originale inglese del XVII secolo ai gironi nostri, in Non sono quello che sono Edoardo Leo ripropone l’Otello con una attenzione e una fedeltà straordinarie. (Ciak Magazine)

Edoardo Leo porta Shakespeare nella Suburra e con Non sono quello che sono realizza un film forte e contemporaneo pur rimanendo fedele al testo di Otello . Il film nelle sale dal 14 novembre porta questa storia fatta di violenza, sopraffazioni, tradimenti, razzismo, maschilismo, femminicidi nel mondo criminale romano dei primi anni 2000. (AMICA - La rivista moda donna)

Edoardo Leo attualizza l’Otello di Shakespeare in un nuovo film

Domenica 17 novembre 2024 alle ore 19.40 l’Anteo Palazzo del Cinema di Milano (piazza XXV Aprile 8) ospita una proiezione speciale del film “Non sono quello che sono“, arricchito da un incontro con l’attore e regista Edoardo Leo (MilanoEvents.it)

Non sono quello che sono Edoardo Leo rilegge l’Otello di Shakespeare ambientandolo nel mondo della malavita romana e traducendolo in un dialetto che esalta la ferocia della storia e la follia di una passione malata, nel suo nuovo film, “Non sono quello che sono”, in arrivo nei cinema giovedì 14 novembre. (Today.it)

Un Otello in dialetto Edoardo Leo ha fatto un lavoro certosino di scrittura ovvero di traduzione del testo in dialetto romano (e anche in quello napoletano con l’aiuto di Antonia Truppo). (Artribune)