Morire per rifarsi il naso, la denuncia di una 26enne: “Operata in quello studio, potevo finire anche io così”

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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

– “Potevo morire io al suo posto”. Martina Veneruso, 26enne di Cesena, studentessa in scienze motorie, si è operata a gennaio di rinoplastica nello stesso studio medico di Roma in cui ha perso la vita Margaret Spada. Veneruso cosa ha pensato quando ha saputo della tragedia successa a Margaret? “I primi giorni ero sotto choc. Poi con il passare delle ore ho sentito un coinvolgimento emotivo forte e ho pianto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altri media

Meteo per Lunedì, 18 Novembre 2024 La giornata inizierà con nubi sparse e una temperatura di 12°C alle prime ore del giorno, con un’umidità intorno al 90%. (Meteo Italia)

Il presidente dell’Ordine dei medici di Siracusa L'appello del presidente dell'ordine dei medici di siracusa (BlogSicilia.it)

«Anche io, un anno fa, ero sullo stesso lettino di Margaret per un ritocco del naso e anche io ho avuto tremori e tachicardia subito dopo l'anestesia. (Corriere Roma)

Margaret, il centro fantasma. “Così per quindici anni è sfuggito a tutti i controlli”

Marco Antonio Procopio, figlio del titolare dello studio di medicina estetica dove si è operata al naso la 22enne Margaret Spada, avrebbe ottenuto la laurea in Romania, per poi convertirla in Italia. (leggo.it)

Margaret Spada è morta il 7 novembre in «un quadro di sofferenza acuta». Perché ci sarebbe una situazione macroscopica di dubbia natura che ha portato i medici a disporre - oltre agli esami che chiariranno il tipo di sostanze e le possibili reazioni che hanno fatto sentire male la 22enne a inizio operazione - un esame istologico per confermare o escludere una malformazione congenita a livello cardiaco. (ilmessaggero.it)

Roma — Congelati i siti, blindati i social, anonimizzati i profili, muti i legali. Marco e Marco Antonio Procopio, i medici finiti nella bufera per la morte di Margaret Spada, la ragazza siciliana che a loro si era rivolta per un intervento al naso, sembrano quasi voler diventare fantasmi. (la Repubblica)