Rapporto Save the Children: “Quasi 1 bambino su 5 vive in un Paese in guerra”
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Di Gigliola Alfaro “Quasi un bambino su cinque (in totale 473 milioni di bambini) nel 2023 viveva in una zona di guerra e il numero di gravi violazioni commesse contro di loro in tali contesti è aumentato del 15% nel 2023, raggiungendo il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni del 2005. I maggiori incrementi si registrano in Sudan e nei Territori palestinesi occupati. In media ogni giorno sono stati uccisi o mutilati 31 bambini. (Nuovo Dialogo)
Ne parlano anche altre testate
Più di 17.300 minori non accompagnati arrivati dal mare nel 2023, più di 6.550 nei primi nove mesi del 2024. Sono sempre di più e sempre più giovani ragazzini e bambini che anche da soli affrontano la traversata del Mediterraneo in cerca di un futuro. (la Repubblica)
È disponibile online il nuovo report di Save The Children dal titolo “Stop the War on Children: Pathways to Peace”, che fotografa lo stato delle gravi violazioni sui minori (uccisioni e mutilazioni, rapimenti, violenza sessuale, reclutamento in forze e gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali, negazione dell'accesso umanitario) nei contesti di guerra. (Adista)
Abbiamo pubblicato il nostro report Stop the War on Children: Pathways to Peace, che ritrae uno scenario preoccupante delle violazioni contro i bambini in zone di guerra. In media 31 minori al giorno vengono uccisi o mutilati. (Save the Children Italia)
La lista è raccapricciante: uccisioni, mutilazioni, rapimenti, violenza sessuale, reclutamento in forze e gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali e negazione dell’accesso umanitario. La vita dei bambini è sempre più difficile. (Il Sole 24 ORE)
Informativa Ai.Bi. Amici dei Bambini ETS con sede legale in Italia a San Giuliano Milanese (MI), Frazione di Mezzano, Codice Fiscale 92504680155 e P.IVA 05600730963 (di seguito “Titolare” o “Ai.Bi.”) è consapevole dell’importanza della salvaguardia della privacy e dei diritti delle persone e si impegna a rispettare il decreto legislativo 30 giugno 2003, n° 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali, di seguito “Codice Privacy”) e il Regolamento UE n. (Aibi)
Nel 2023 il record di violazioni documentate, 31 mila, soprattutto in Sudan e in Palestina (Avvenire)