Gino Cecchettin: «Rispettate le donne sempre, la vita è sacra». In Veneto una ogni 600 abitanti seguita da un centro antiviolenza

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Gino Cecchettin: «Rispettate le donne sempre, la vita è sacra». In Veneto una ogni 600 abitanti seguita da un centro antiviolenza. «Vorrei che non fosse una giornata solo fine a se stessa, ma fosse il simbolo di un percorso valido per tutto l'anno. Portate rispetto alle donne non solo il 25 novembre, ma ogni giorno». Lo ha affermato Gino Cecchettin, papà di Giulia Cecchettin uccisa a coltellate dall'ex fidanzato Filippo Turetta, nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. (ilgazzettino.it)

Ne parlano anche altre testate

Momenti di riflessione per le strade, nelle piazze, nelle scuole. La partecipazione al 25 novembre non ha età, non conosce spazio e tempo. (LA NAZIONE)

Il murale è stato realizzato dai bambini della Ludoteca e dai ragazzi e ragazze del Centro di aggregazione. (La Nuova Sardegna)

C’è un grande movimento intorno al dramma della violenza di genere, una consapevole e decisa presa di coscienza, rispetto a un tema così grave e difficile da accettare. Nonostante le molte iniziative attuate, sia a livello nazionale, che regionale e locale, i numeri indicano che in Italia c’è ancora un 33% di donne che subisce violenza. (Oggi Treviso)

Rabbia e dolore in piazza: "Fermiamo i femminicidi". Una battaglia senza età che parte dai più giovani

Lievemente superiore al valore Ue del 30,7% quello dell'Italia, con il 31,7%. In Italia il dato è a 24,8%. (L'Eco di Bergamo)

Il nuovo servizio, basato su tecnologia OpenAi e sviluppato con il supporto di Bain & Company, offre assistenza continua agli studenti ed è disponibile 24 ore su 24, sette giorni su sette. (Frosinone News)

Ieri 25 novembre, è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la prima senza Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin, uccise entrambe da chi un tempo diceva di amarle, la prima addirittura incinta del suo primo bambino, quel figlio ucciso dal proprio padre, senza un minimo di rimorso, mai considerato davvero come essere vivente, ma solo un intralcio alla vita che desiderava, un'esistenza libera da relazioni, ma soprattutto priva di responsabilità, una finta libertà in nome della quale ha ucciso. (DiLei)