Condanna di Trump, milizie in rivolta: “Guerra civile”. Sui social torna l'incubo 6 gennaio

NEW YORK — Ventiquattr’ore dopo la storica condanna penale di Donald Trump, non c’è deserto più popolato dei social americani: cani sciolti, account anonimi, gruppi fantasma, ma anche persone isolate che mettono il proprio volto e dicono «imbracciamo le armi» e «armiamoci di machete», «appendiamoli». Scrivono: «Vogliono una fottuta Guerra Civile? L’avranno». Il ring di Truth, Telegram, Facebook è… (la Repubblica)

Su altre fonti

Usa 2024 156 – Dopo la condanna piena, colpevole di tutti e 34 i capi d’accusa, per Donald Trump venne il giorno dell’ira: “Viviamo in uno Stato fascista”, ha detto il magnate ex presidente, che non si sa bene che significato dia alla parola, parlando alla Trump Tower, davanti a una folla di sostenitori venuti – o convocati – ad ascoltarlo dopo avere postato sui social valanghe di insulti e minacce ai magistrati e agli inquirenti, ai testimoni e all’universo mondo democratico anti-Trump, dalla politica allo show-bizz. (Giampiero Gramaglia – Gp News)

Antonio Tajani lancia un monito a Matteo Salvini dopo che il leader della Lega aveva difeso Donald Trump, condannato a New York per dei pagamenti in nero alla pornostar Stormy Daniels. “Forza Trump? Io dico Forza Italia. (LAPRESSE)

Reuters Sono alcune delle tante invettive di Donald Trump, alle quali siamo ormai quasi assuefatti, anche se, ora che ha la palla al piede di una condanna penale, meriterebbe un nuovo soprannome: Donald l’Impresentabile. (Avvenire)

Trump, dal canto suo, insiste sul tasto della persecuzione: “Vogliono mettermi dietro le sbarre… Mi vogliono morto… “, scrive in un messaggio della sua campagna. (Giampiero Gramaglia – Gp News)

Trump vincerà la sua battaglia giudiziaria. "Questo accanimento lo favorisce nella corsa alla Casa Bianca". (Secolo d'Italia)

«Qual è il prezzo del desiderio?», c’era scritto sulla copertina del dvd del film intitolato, per l’appunto, Il prezzo del desiderio, scritto diretto e interpretato da Stormy Daniels nel 2009. (Corriere della Sera)