Il regista Eran Riklis: «Un giorno diventato eternità ci ha cambiati per sempre»
Il 6 ottobre del 1973 avevo 19 anni ed ero un soldato dell’esercito israeliano. Il mio, il nostro mondo, è cambiato per sempre con la guerra dello Yom Kippur, che scoppiò quello stesso giorno e portò a tanto spargimento di sangue. Fu un’enorme tragedia, per la mia generazione. Quando cresci in Israele, o in Medio Oriente, sei costantemente confrontato con la realtà di questa regione, una realtà che ha profonde radici in una storia guidata spesso da estremismo, fanatismo, pregiudizio, tensione, caos, guerra, e una politica locale e globale guidata da interessi fuorvianti. (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altre fonti
Israele ha riportato le lancette della Storia indietro di un quarto di secolo. Con un anno di offensive determinate e brutali, sta cancellando le minacce che si erano formate su suoi confini nel corso del nuovo millennio: sia quelle che aveva sottovalutato come Hamas; sia quelle che aveva inquadrato da tempo nel mirino come Hezbollah. (la Repubblica)
Nelle baracche degli stagionali di Bienne riaffiora un passato che si voleva dimenticare Per decenni, la Svizzera e la sua economia hanno fatto capo a lavoratori e lavoratrici stagionali, provenienti dall’Italia e da altri Paesi europei. (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)
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Si fa qualunque cosa pur di rasserenare i figli. Le avrebbe fatte sentire più sicure e forse avrebbe allontanato gli incubi durante i quali, la notte, i terroristi di Hamas irrompevano in casa nostra. Nel giro di pochi giorni abbiamo montato la serratura, naturalmente. (Corriere della Sera)
Il 7 ottobre di un anno fa il pogrom di Hamas contro i villaggi israeliani nel Negev non ha solo innescato la guerra che attraversa il Medio Oriente ma ha prodotto anche la più violenta ed estesa campagna di odio antiebraico che le comunità della Diaspora hanno subito dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. (la Repubblica)
Gli sviluppi drammatici di questa gu… Questo terribile evento pervade ancora di orrore le coscienze per la sua efferatezza, così come ci indigna nel profondo la tragedia delle migliaia di vittime civili palestinesi e la situazione insostenibile degli abitanti di Gaza. (La Stampa)