Unicredit contro Banco BPM: chi avrà il controllo?
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Nel mondo delle grandi banche, non c'è spazio per i sentimenti, tantomeno per il romanticismo. L'operazione lanciata da Unicredit su Banco BPM, infatti, deve essere analizzata con occhio critico e concentrandosi sull'attualità. Unicredit potrebbe rilanciare la sua offerta agli azionisti di Banco BPM, aggiungendo un premio che li incentivi ad aderire alla proposta di Offerta pubblica di scambio - volontaria - che al momento ha un controvalore di oltre dieci miliardi di euro.
L'annuncio dell'Offerta di scambio di Unicredit su Banco BPM ha suscitato diverse reazioni, soprattutto per quanto riguarda il CEO di Unicredit, Andrea Orcel, noto per il suo approccio intraprendente e, talvolta, azzardato. Le sue ultime mosse, prima l'offensiva sulla tedesca Commerzbank e ora l'attacco a Banco BPM, sono state considerate tipicamente mercantili. Il governo, tuttavia, non dovrebbe indisporsi per il suo attivismo, a meno che non si consideri la libertà di mercato un optional.
Da almeno un paio di mesi, da quando è partita l'operazione che porta Unicredit potenzialmente vicino al 20% di Commerzbank, il governo osserva con sentimenti contrastanti. A Roma, infatti, c'è chi apprezza l'idea che un istituto di Milano, con un management in stragrande maggioranza italiano, possa controllare un sesto del credito alle medie imprese tedesche, consolidando così il peso dell'Italia in Europa.
La reazione del consiglio di amministrazione di Banco BPM all'offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit è stata prevedibile: iniziativa non consensuale e, di conseguenza, ostile, oltre che a condizioni economiche inadeguate.