Dazi, il ricatto di Trump
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Washington. «La parola più bella del dizionario è dazi» disse Donald Trump a metà ottobre intervento al Chicago Economic Forum. Lunedì sera, con un doppio post su Truth, il presidente-eletto ha dato una scossa globale – per i mercati e gli equilibri geopolitici diventati con la sua vittoria del 5 novembre meno solidi – dicendo che avrebbe imposto dazi del 25% a tutte le merci provenienti da Canad… (La Stampa)
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E lo ha fatto dando fuoco alla miccia del suo social, Truth, dal quale ha sparato le prime bordate. Al Dragone promette un’ulteriore tariffa del 10% su tutti i prodotti esportati negli Stati Uniti, ai due Paesi confinanti a nord e a sud preannuncia una tassa del 25%. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Sono iniziate le grandi manovre sul dossier dei dazi statunitensi, uno dei punti fermi della politica economica di Donald Trump. Per i due paesi confinanti Trump ha parlato di una tariffa al 25%, per la Cina di un’addizionale 10% rispetto ai dazi attuali. (Il Fatto Quotidiano)
La questione dei dazi torna al centro della scena, generando nervosismo, soprattutto fuori dai confini statunitensi. Dalle preoccupazioni alle parole, ma ancora in attesa dei fatti concreti. (eToro)
Brunello Rosa, docente alla London School… (la Repubblica)
Resta alta l'attenzione sulle tensioni geopolitiche, in particolare sul conflitto tra Russia e Ucraina. Le Borse europee chiudono in calo, con le parole del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, sui dazi. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
La Cina è la principale fonte di sostanze chimiche utilizzate per produrre 'la droga degli zombie', mentre gran parte del flusso verso gli Stati Uniti proviene dai cartelli della droga in Messico che mescolano i precursori e contrabbandano il prodotto finito oltre confine. (Adnkronos)