Pausa caffè sempre più amara: "Lo spettro dell’aumento a 2 euro?. Noi proveremo a bloccare i prezzi"

Caro-caffè. Sorseggiare un caffè al bar è un rito irrinunciabile per molti italiani che in futuro potrebbe avere un sapore un po’ più amaro. A far scattare l’allarme le dichiarazioni di Cristina Scocchia, amministratrice delegata di Illycaffè, secondo la quale i rialzi della materia prima potrebbero portare, già a partire da settembre, a un aumento del costo della tazzina di caffè fino a 2 euro. Attualmente, a Pisa, la tanto amata pausa caffè costa in media 1,20 euro, prezzo che secondo Massimo Cerri, titolare di ‘Bar Centro’ in piazza Garibaldi, "potrebbe aumentare lievemente nel prossimo autunno, di circa 10 centesimi". (LA NAZIONE)

La notizia riportata su altri giornali

“Negli ultimi 3 anni il prezzo di una tazzina di caffè è aumentato del 15 per cento. Oggi in media un caffè al bar costa 1.50 euro e si stima possa arrivare a toccare i 2 euro nei prossimi mesi a causa del prezzo della materia prima, il caffè verde, che è interessato da una elevata volatilità e da un trend rialzista senza precedenti”, ha detto Cristina Scocchia, a. (Food Affairs)

Ma le previsioni non sono incoraggianti. Secondo Cristina Scocchia, amministratore delegato di Illycaffè da dopo l’estate si potranno sfiorare picchi di 1.50 euro a tazzina, avvicinandosi sempre di più alla temuta soglia dei due euro. (il Resto del Carlino)

Ma la voce che circolava ormai è diventata intenzione praticamente “scritta”: dal prossimo anno il caffè al banco in centro città sarà ancora più caro. E per la prima volta un “liscio” (quindi il classico espresso) arriverà a toccare quota un euro e cinquanta centesimi. (ilgazzettino.it)

Caffè a due euro, in piazza San Marco la tazzina resterà a 1,50 euro. «Non ci inimichiamo i clienti»

Il timore di unimpennata dei prezzi del caffè al bar, alimentato da notizie allarmistiche degli ultimi giorni, trova una parziale smentita nei dati ufficiali di Fipe-Confcommercio. (Italia a Tavola)

Allora l’impennata dei prezzi dell’energia elettrica avevano indotto il mondo dei pubblici esercizi a mettere le mani avanti: gli italiani non si sarebbero dovuti scandalizzare se la tazzina di caffè fosse arrivata in breve tempo a costare un euro e cinquanta. (ilgazzettino.it)