Giorgia Soleri, l'aborto a 21 anni: "La ginecologa mi aggredì"

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La fidanzata di Damiano dei Maneskin ha parlato dell’aborto che ha fatto a 21 anni, sottolineando che la ginecologa la trattò malissimo.

Giorgia Soleri aborto. Giorgia Soleri, in occasione della sua prima partecipazione alla Fiera dei Librai di Bergamo, ha rilasciato un’intervista molto intima.

Continua a leggere. Lo sfogo di Giorgia sulla legge 194. Parlando della legge 194 sull’aborto, Giorgia ha proseguito:

Giorgia Soleri: l’aborto a 21 anni. (Yahoo Notizie)

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Poi è diventata un universo a sé, la chiamo la mia “signorina” perché è come se fosse reale. Occorre un approccio multidisciplinare, ti trovi sola, spaesata, senza capire a chi rivolgerti e dove, con una notevole spesa economica. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)

Il momento in cui mi sono interfacciata col mondo sanitario è stato un’esperienza che mi è stata fatta vivere in modo estremamente negativo. Le parole sono di Giorgia Soleri, l’occasione è la presentazione del suo libro di poesie “La Signorina Nessuno” a Bergamo e l’intervista è sul Corriere della Sera. (Il Fatto Quotidiano)

Ascolta questo articolo. A 26 anni, Giorgia Soleri è senza dubbio una delle influencer più seguite e amate da migliaia di giovani donne che si rivedono in lei. Giorgia Soleri e l’aborto: “La 194 non ci tutela”. (Fidelity News)

Piuttosto di un colloquio con l’assistente sociale, proporrei delle sedute di psicoterapia” Giorgia Soleri si è costruita da sola, si è caricata sulle spalle la responsabilità di parlare di una malattia che colpisce molte donne e portarla in giro per il mondo tra convegni, chiacchiere su Instagram e tanto altro al fine di sensibilizzare sull’argomento. (Inews24)

«Sono andata in consultorio e sono stata aggredita dalla ginecologa - ha dichiarato Giorgia Soleri - che mi sgridò dicendo che noi giovani facciamo sesso senza precauzioni e usiamo l’aborto come contraccettivo, senza sapere nulla della mia storia». (leggo.it)

Per chi soffre di vulvodinia, endometriosi, fibromialgia, cistite interstiziale dare un nome alla malattia è una liberazione perché passi anni a dire di avere certi dolori, senza sapere cosa siano. Il momento in cui mi sono interfacciata col mondo sanitario è stato un’esperienza che mi è stata fatta vivere in modo estremamente negativo. (Open)