Ocse taglia le stime Pil per l'Italia a +0,7% nel 2025 e +0,9% nel 2026, inflazione in calo ma salari ancora sotto i livelli pre-Covid
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L'Ocse taglia le stime del Pil per l'Italia a +0,7% nel 2025 e +0,9% nel 2026, in calo rispettivamente di due e tre decimi rispetto alle stime di dicembre; l'inflazione è in calo ma i salari sono ancora sotto i livelli pre-Covid. Secondo l’Interim Economic Outlook diffuso oggi, per il 2024 l’organizzazione parigina prevede una crescita invariata allo 0,7%, in questo caso in leggero rialzo (+0,2 punti) rispetto al dato precedente. (Il Giornale d'Italia)
Se ne è parlato anche su altri media
I dati sono contenuti in un aggiornamento di interim dell'Economic Outlook. l'Organizzazione ha infatti stimato pronostica un+0,7% per il PIL nel 2025 a cui dovrebbe seguire un +0,9% nel 2026. (LA STAMPA Finanza)
Ocse: taglia stime Usa e Canada per dazi Trump, per Messico spettro recessione (Il Sole 24 ORE)
“Finora questi dazi non hanno avuto un grande impattato sull’Italia, all’Ocse non scontiamo al momento dazi supplementari anche se sappiamo che ci sono discussioni su questo e che potrebbero arrivare”. (Gazzetta Matin)
A certificarlo è l'Ocse, che oggi a Parigi ha presentato le sue Prospettive economiche intermedie. Nello specifico, la crescita globale scenderà "dal 3,2% nel 2024, al 3,1% nel 2025 e al 3,0% nel 2026, con barriere commerciali più elevate in diverse economie del G20 e una maggiore incertezza geopolitica e politica che grava sugli investimenti e sulla spesa delle famiglie", si legge. (Fanpage.it)
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 17 mar - L'Ocse ha ridotto le stime di crescita del pil italiano allo 0,7% nel 2025 e allo 0,9% nel 2026, con una riduzione rispettivamente di 2 e 3 decimi rispetto alle previsioni di dicembre. (Il Sole 24 ORE)
L’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l`Italia, in linea con i tagli effettuati su tutta l`economia globale. Ora per quest`anno l`organizzazione parigina pronostica un più 0,7% del Pil, cui dovrebbe seguire un più 0,9% nel 2026. (Il Diario del Lavoro)