Adolescence. E quando si spegne la tv, buttiamo la chiave (di A. Azzaro)
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Se gli adolescenti vengono raccontati da film e serie tv, siamo tutti disposti ad ascoltare, a sospendere il giudizio. Se gli adolescenti sono ragazzi e ragazze reali, l’atteggiamento cambia: diventa o un dito puntato pronto ad accusare o indifferenza nei confronti della loro sorte. È quello che sta avvenendo in queste settimane in Italia. Da una parte il successo di Adole… (L'HuffPost)
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Nel prossimo futuro sarà la versione giovane di Jacob Elordi sul grande schermo Adolescence ha debuttato su Netflix lo scorso 13 marzo ma ha già conquistato un posto tra le serie televisive più rilevanti della stagione 2025, lo confermano i numeri delle visualizzazioni dello show in streaming (visibile anche su Sky Q, Sky Glass e tramite app su NOW Smart Stick) e il dibattito che si è creato quasi immediatamente sulle molte tematiche affrontate in soli quattro episodi girati con la tecnica del piano sequenza. (Sky Tg24 )
Un ragazzino di 13 anni che commette un terribile delitto. Dei genitori che non riescono a spiegarselo. E un linguaggio in codice, sui social, di cui nessuno forse è ancora (abbastanza) informato: ecco perchè di 'Adolescence' stanno parlando tutti BOLOGNA – Un mese fa parlavano tutti di Lucio Corsi, ora l’Italia non fa altro che parlare di ‘Adolescence‘, la nuova miniserie Netflix che è diventato un vero ‘caso’ televisivo e non solo. (Dire)
Inizia così Adolescence, miniserie britannica in 4 parti, al primo posto su Netflix, che in Italia ha superato anche Il Gattopardo con Kim Rossi Stuart, Benedetta Porcaroli e Deva Cassel e ha accumulato in generale oltre 24,3 milioni di visualizzazioni. (L'Unione Sarda.it)
Una storia che vortica attorno a temi diventati sempre più attuali e predominanti nella società di oggi, e riguarda soprattutto l’educazioni delle giovani generazioni. (Vanity Fair Italia)
C’era un tempo in cui tenere gli adolescenti dentro casa dava l'illusione ai genitori che i propri figli fossero al sicuro, lontano dai pericoli. “Almeno non è per strada,” si diceva. Adesso, però, è proprio dentro casa che si infiltra il pericolo: ha la forma di uno schermo, la voce di uno youtuber carismatico e il fascino tossico di chi promette soluzioni facili a insicurezze profonde. (Grazia)
Lo fa Paolo Crepet che orgogliosamente racconta al Corriere di non avere alcuna intenzione di guardare Adolescence, proposta su Netflix, perché non intende “ingrassare alcuna piattaforma digitale che, peraltro, in linea generale ritengo responsabili del degrado sociale cui stiamo assistendo”. (Il Fatto Quotidiano)