Il voto chiude il dopoguerra e il gioco dei moderati

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il manifesto ESTERI

L’onda nera c’è stata, ma meno omogenea e pervasiva di quanto si potesse attendere. In Scandinavia si è decisamente arrestata e perfino nell’Est europeo non ha dilagato come era ragionevole temere. Anche l’astensione, ovverosia la sfiducia nell’esistenza stessa di una prospettiva politica europea, si è manifestata nei diversi paesi in proporzioni molto differenti. Resta però il fatto che il peso delle destre estreme è aumentato in tutto il continente e non è facile mettere a fuoco i fattori che sottendono questo fenomeno a partire da quel progressivo esaurirsi del “dopoguerra”, delle mentalità, del senso comune e dell’organizzazione sociale ed economica che ne hanno caratterizzato la storia. (il manifesto)

Su altre fonti

L’affermazione della destra reazionaria e antieuropea in Francia non potrebbe infatti non avere conseguenze sul resto del Vecchio Continente. Lo stallo francese. (la Repubblica)

Cede l’asse Parigi Berlino, sconfitti alle europee Olaf Scholz e Emmanuel Macron. Il presidente francese gioca a poker e rilancia al buio, scioglie il parlamento, e indice nuove elezioni. O la va o la spacca. (Italia Oggi)

Putin tace, i suoi dipendenti esultano. A far gioire il Cremlino sono soprattutto i risultati in Germania e Francia, dove l'avanzata di due forze «amiche» (sia pure con sfumature diverse) come AfD e lepenisti sembra giustificare l'esultanza russa. (il Giornale)

L’impulso e la flemma. Non c’era bisogno delle elezioni europee per iscrivere il presidente francese e il cancelliere tedesco nell’elenco delle antitesi o per confermare la distanza tra Francia e Germania. (L'HuffPost)

La sgangherata architettura della UE è così caotica – non essendo uno Stato, non avendo né una Costituzione, né un Parlamento vero – che le procedure per definire la nuova Commissione europea – l’organo di governo – sono molto complicate e poco chiare. (Antonio Socci)

Magari avranno ragione loro i vari Dmitry che albergano al Cremlino, da Medvedev a Peskov, quando rimarcano che le elezioni europee hanno dato una brutta botta ai sostenitori di Kiev. Sarà, ma quei toni troppo enfatici, troppo sicuri seguendo lo stile della dezinformatsiya sovietica, sembrano nascondere una delusione. (il Giornale)