Conflitti e diplomazia: un tempo si faceva la pace

Conflitti e diplomazia: un tempo si faceva la pace
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Corriere della Sera ESTERI

Forse la china che sta prendendo la situazione non ci angoscia come invece dovrebbe. E l’aspetto più allarmante è che a fronte della crescita esponenziale di morti, profughi, razzi e massacri, e con la prospettiva del peggio, fermamente perseguito per buone o cattivissime intenzioni, nessuno sembra in grado di farci niente. Nessuno, almeno tra quelli che avrebbero il compito di evitare o fermare disastri come quello in corso. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Dato il recente escalation in Libano degli ultimi giorni, l’anniversario del conflitto israelo-palestinese, 7 ottobre è sorvegliato speciale per il timore di manifestazioni non autorizzate sul territorio nazionale. (La Voce di Rovigo)

Come si può non essere d'accordo oggi che cade l'anniversario del pogrom del 7 ottobre con l'intervento militare condotto da Israele per liberare il popolo Palestinese dal giogo di Hamas? O, ancora, come non si possono non condividere le ragioni dietro l'operazione avviata in Libano che sicuramente cura gli interessi del governo di Gerusalemme ma nel contempo può creare le condizioni per allentare la morsa nella quale Hezbollah ha stretto il Paese? Ed, infine, come non si può non guardare con attenzione il tentativo di arginare l'aggressività della teocrazia autoritaria degli ayatollah, premessa imprescindibile per esplorare ogni ipotesi di pace duratura in medio-oriente e per favorire chi si batte a Teheran per avere un Iran democratico? La Storia ci insegna che le dittature spesso crollano dopo dei rovesci militari, basta ricordare la caduta del muro di Berlino sei mesi dopo la sconfitta dell'Unione sovietica in Afghanistan. (il Giornale)

Davvero il secolo breve è già finito? Non è che ci stiamo portando dietro qualcosa del '900? L'Europa è di nuovo al bivio? Che futuro ci aspetta con la guerra alle porte? (il Giornale)

Un passo dopo l’altro verso la guerra totale

Non sono bastate le varie crisi economiche internazionali e una pandemia da Covid per agognare serenità, ma adesso paventiamo il rischio di una Terza Guerra Mondiale. In un mondo sempre più martoriato dall’incertezza per il futuro, a complicare il quadro esistenziale del genere umano ci sono le crisi belliche, che ormai sono sempre più internazionali. (Ability Channel)

Ho vissuto negli anni ’80; la mia maestra e la mia mamma mi raccontavano la guerra fredda, come un equilibrio pericoloso e il rischio di una guerra globale termonucleare era descritto anche nei film per ragazzi: Wargames, diretto da John Badham, nel 1983, dimostrava che, in certi “giochi”, l’unica possibilità per vincere è non giocare. (L'HuffPost)

Stiamo immobili come ipnotizzati, perché il pericolo esercita sempre un singolare potere ipnotico sulle vittime. Oppure chiediamo aiuto a una sorda volontà di rimuovere la paura, di viverci dentro senza pensarci, di vivere come se fosse un… (La Stampa)