Astensionismo: se declina la voglia di votare
Ciò che maggiormente corrode le democrazie, la storia del novecento ce lo ha dimostrato, è l’indifferenza, il distacco tra cittadini e potere e il diffondersi della convinzione che il voto, e a seguire la politica e le istituzioni, siano in fondo dei territori del nulla, dove si giocano partite finte. Ritrarsi, rispondere, come Bartleby lo scrivano di Melville, «Preferirei di no» anche al minimo impegno di apporre una croce su una scheda, è il segno del drammatico sfilacciarsi di un legame che è essenziale. (Corriere della Sera)
Su altri media
Ma i dati sull’affluenza in Emilia-Romagna e Umbria dicono che sono stati sconfitti un po’ tutti. Hanno vinto le opposizioni, ha perso la maggioranza di governo. (Corriere della Sera)
‘In principio fu la Sardegna, con l’inattesa mattatrice Alessandra Todde…’. Potrebbe cominciare così la ricostruzione storica che speriamo di redigere e diffondere al più presto dopo esserci liberati della pesante cappa nera che ormai da oltre un anno avvolge la politica italiana. (articolo21)
Sì, perché nel day after dell'affermazione dem in Umbria ed Emilia Romagna l'analisi del voto non può limitarsi a una mera lettura dei numeri che, se da un lato asseverano con l'attendibilità della matematica percentuale l'affermazione di Pd e compagni – con (Secolo d'Italia)
Paolo Natale (Italia Oggi)
e Umbria (52,30%) confermano una tendenza ormai consolidata: la progressiva disaffezione degli elettori verso le istituzioni democratiche borghesi. Nonostante ciò, il (Farodiroma)
Candidature, comunicazione e posizionamenti strategici: così si è definita la netta vittoria del centrosinistra alle Elezioni Regionali. Meloni e Schlein lo hanno capito da tempo. (Fanpage.it)