Benjamin Netanyahu attacca l'Onu "palude antisemita" e minaccia nuovi attacchi in Iran
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Il leader di Israele, Benjamin Netanyahu, è stato accolto da durissime contestazioni dentro e fuori il Palazzo di Vetro, sede dell'Assemblea generale dell'Onu, in cui ha parlato in una sala quasi vuota, abbandonata da molte delegazioni che si sono alzate dai loro banchi appena ha iniziato il suo discorso. Migliaia di manifestanti in strada contro il leader israeliano Già da ieri sera, nel cuore di Manhattan, migliaia di persone erano scese in strada per protestare contro la guerra a Gaza e i recenti attacchi dell'esercito israeliano in Libano (Today.it)
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Le principali notizie di oggi, 28 settembre 2024 Raid israeliano a Beirut: colpito il quartiere di Nasrallah, centinaia di feriti (Tp24)
"È una palude antisemita, una società terrapiattista anti-israeliana" ha detto il premier israeliano; poco prima dell'inizio del suo discorso dal pulpito del meeting internazionale in corso a New York, molti delegati avevano già abbandonato l'aula per protesta, ma al pronunciare di tali parole quasi tutti escono e l'assemblea si svuota. (Il Giornale d'Italia)
Il cui discorso incendiario ha attaccato duramente proprio l'istituzione di riferimento della diplomazia internazionale. Colpevole, a suo avviso, di aver più (Inside Over)
Netanyahu ha spiegato che, nonostante non volesse intervenire a causa del conflitto in atto, ha deciso di presentarsi per “mettere le cose in chiaro” dopo aver ascoltato molte dichiarazioni che, secondo lui, distorcono la realtà. (Virgilio Notizie)
Con l'aggravarsi delle tensioni tra Israele e Libano, Benjamin Netanyahu sceglie di tirare dritto contro il patron di Hezbollah: l'Iran. E lo ha fatto da un palco speciale, quello dell'Assemblea Generale delle Nazioni unite. (il Giornale)
Mentre Netanyahu lasciava il Palazzo di vetro, abbandonando a metà il briefing a cui stava partecipando, per andare a seguire l’attacco, il suo ufficio ha diffuso una foto in cui lo si vede ritratto accanto al suo segretario militare e capo di Stato maggiore, mentre dalla camera del suo hotel a New York approvava l’attacco aereo sul quartier generale di Hezbollah. (il manifesto)