Le “forze straniere”e il mancato riferimento ai fascisti: perché l’assessore leghista Sertori è stato fischiato

Commemorazione e polemiche all’80esimo anniversario dell’eccidio di piazzale Loreto, da cui sono passati 80 anni. Prima la frecciata-riferimento indiretto al generale Roberto Vannacci del presidente dell’Anpi Provinciale di Milano, Primo Minelli, che senza citarlo ha parlato di chi “inneggia alla Decima Mas nel silenzio di quasi tutte le istituzioni”. Poi si è scatenata la bufera sulla frase dell’assessore della Regione Lombardia Massimo Sertori che durante il suo discorso ha parlato di 15 uomini fucilati da “forze di occupazione straniera”. (IL GIORNO)

Ne parlano anche altre testate

Un po' di malcontento, nel corso della commemorazione della strage di Piazza Loreto, durante l'intervento dell'assessore agli enti locali della Regione Lombardia Massimo Sertori, il quale ricordando l'evento ha parlato di «15 uomini brutalmente fucilati dalle forze di occupazione». (Corriere TV)

• Ai morituri, per evitare reazioni inconsulte, fu fatto credere di essere destinati al lavoro coatto, vestendoli di tute operaie. • I 15 fucilati non erano tutti “partigiani”, ma alcuni semplici detenuti politici presso il carcere di San Vittore (lista nel secondo commento). (Contropiano)

I responsabili, i militi fascisti della legione Ettore Muti della Repubblica Sociale Italiana, su ordine del comando di sicurezza nazista. Da ieri a Milano c’è largo Quindici Martiri di Piazzale Loreto (il manifesto)

Spari all’alba, a terra i Quindici. Dalla rotonda di San Vittore un omaggio ai martiri di Milano

E, visto il tema, non sono ovviamente mancate le polemiche. – È stato commemorato questa mattina l'eccidio del 10 agosto 1944 di piazzale Loreto da cui sono passati ottant’anni esatti. (IL GIORNO)

L’hanno chiamata la strage dimenticata, e avvenne 80 anni fa a piazzale Loreto. Domenico Fiorani invece capì. (Corriere Milano)

Un plotone fascista della legione autonoma Ettore Muti fucilava, per ordine della sicurezza nazista, 15 partigiani prelevati dal carcere di San Vittore. Con queste fucilazioni si pensava che la strategia del terrore nazifascista potesse isolare i combattenti della Resistenza dalla popolazione. (IL GIORNO)