Bologna consiglia lo smartworking per l’allerta maltempo, ma Unipol lo nega ai dipendenti. “Ignorati anche gli appelli delle autorità”

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Il Fatto Quotidiano INTERNO

Venerdì 14 marzo, mentre a Bologna chiudevano le scuole e veniva consigliato di preferire il lavoro agile per il rischio di forti temporali e dissesti idrogeologici, Unipol ha respinto la richiesta dei sindacati di concedere ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto. “Lo smart working non è un istituto adottato quale modalità di organizzazione del lavoro né oggi disciplinato all’interno dell’azienda” è stata la risposta del gruppo. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

Hanno chiesto la possibilità di lavorare in smart working a causa dell’allerta meteo prevista per venerdì, 14 marzo, ma la risposta dell’azienda è stata netta: «Lo smart working non è un istituto adottato quale modalità di organizzazione del lavoro né oggi disciplinato all’interno dell’azienda». (Corriere della Sera)

Allerta Meteo Rossa: Le Autorità Agiscono, Unipol No (Fisac Cgil)

Unipol, arroganza assicurata

Da quando l’Amministratore Delegato Carlo Cimbri ha deciso di rilasciare al Sole 24 Ore un’intervista illuminante in cui ha dichiarato che “lo smart working non è la nuova normalità”, richiamando in ufficio tutti i dipendenti, le notizie negative sull’azienda bolognese si moltiplicano al punto tale che si ha il sospetto che vengano volutamente programmate come se ci fosse un calendario editoriale delle gaffe. (SenzaFiltro - Notizie dentro il Lavoro)