Stellantis, con la fine cig a rischio 25mila posti

Per Stellantis si preannuncia un «dopo agosto» rovente. Le assicurazioni dell'ad Carlos Tavares e quelle, più recenti, arrivate dalla delegazione del gruppo al Tavolo Automotive non convincono. Impegni presi e poi non assolti, strategie che si sono rivelate un flop, inversioni a U obbligate sui piani precedentemente annunciati, lo storico marchio Maserati in caduta libera e il rebus Gigafactory di Termoli con i problemi dei singoli impianti italiani. (il Giornale)

La notizia riportata su altri giornali

"Con il nuovo ecobonus ci eravamo posti 5 obiettivi prioritari: supportare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, supportare soprattutto le persone fisiche, sostenere le fasce le meno abbienti e incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani. (Today.it)

Con una prospettiva del genere, il destino dei lavoratori di Stellantis e dell’intera filiera automobilistica italiana diventa sempre più critica. La multinazionale, nata dalla fusione tra FCA e PSA, ha aggiornato i suoi obiettivi per il mercato italiano, con un piano industriale che arriva al 2030. (Economy Magazine)

La riunione del tavolo, spiega l'associazione, «va nella direzione che più parti della filiera automotive italiana auspicano, sia per quanto riguarda il metodo, sia per le tematiche al centro del confronto. (Il Messaggero - Motori)

Stellantis, il ministro non soddisfa i sindacati

"Bene la condizionalità sugli incentivi, ma servono strumenti straordinari per affrontare le transizioni" TERMOLI. Al tavolo ministeriale dell'automotive c'era anche l'Usb lavoro privato, con la delegazione nazionale. (Termoli Online)

Questo piano pluriennale sarà focalizzato sulle fasce di popolazione meno abbienti e incoraggerà l'uso di componenti europei nei veicoli incentivati. Il governo italiano è in trattativa con costruttori cinesi, in particolare Dongfeng, per attirare un secondo grande produttore automobilistico oltre a Stellantis. (AutoScout24 Magazine)

Un piano strategico condiviso, un protocollo unico che salvaguardi il settore automotive e, soprattutto, i posti di lavoro. Alla luce delle gravi vertenze che stanno interessando il settore e il crollo, abbattutosi anche sulla virtuosa ex Sevel di Atessa, della produzione di veicoli Stellantis, passati da 750mila nel 2023 a 500mila nel 2024 nonostante gli incentivi, per le parti sociali meritavano delle risposte certe dopo un anno di interlocuzioni. (Il Centro)