L’equinozio di primavera e il fascino del Diamante del Civetta

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L’equinozio di primavera, evento astronomico che segna il passaggio dall’inverno alla stagione più mite, è un momento carico di significati, sia scientifici che culturali. Deriva dal latino “aequinoctium”, che significa “notte uguale”, e indica il periodo in cui le ore di luce e quelle di buio si equivalgono in quasi tutto il pianeta. Nel 2025, come ogni anno, questo fenomeno si verificherà intorno al 20 marzo, anche se la data precisa può variare leggermente a causa di fattori astronomici.

Dal punto di vista scientifico, l’equinozio di primavera rappresenta il momento in cui il Sole, nel suo moto apparente, attraversa l’equatore celeste, passando dall’emisfero australe a quello boreale. Questo passaggio determina un cambiamento nella durata delle giornate, che iniziano ad allungarsi progressivamente, portando con sé temperature più miti e un risveglio della natura. Per i più piccoli, l’equinozio può essere spiegato come il giorno in cui il Sole si trova esattamente sopra l’equatore, regalando un equilibrio perfetto tra luce e oscurità. È anche l’occasione per scoprire i primi segni della primavera: fiori che sbocciano, uccelli che tornano a cantare e prati che si tingono di verde.

Ma c’è un luogo in cui l’equinozio assume un fascino particolare, trasformandosi in uno spettacolo unico al mondo. Nelle Dolomiti, precisamente sul Monte Civetta, si verifica un fenomeno raro e suggestivo, noto come il “Diamante del Civetta”. Questo evento, che si manifesta solo due mattine all’anno in corrispondenza dell’equinozio, è il risultato di una combinazione di fattori geografici e astronomici. Thierry Robert-Luciani, fisico meteorologo del centro Arpav di Arabba, spiega che si tratta di un bagliore intenso generato dal Sole che appare nell’estremità inferiore della fessura tra la Torre di Alleghe e quella di Valgrande.

Per gli abitanti di Alleghe, il Diamante del Civetta è un segnale naturale che annuncia l’arrivo della primavera, un calendario affidabile che non ha bisogno di essere costruito dall’uomo. Il fenomeno, che dura pochi minuti, attira ogni anno escursionisti e appassionati di montagna, desiderosi di assistere a uno spettacolo che unisce la precisione della scienza alla magia della natura.