Anora, la recensione del film vincitore della Palma d’oro a Cannes 2024
Dopo la vittoria della Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes, Anora di Sean Baker, storia di una spogliarellista-escort protagonista di una commedia molto amara, sta entrando nei cuori del pubblico di tutto il mondo. Il film è al cinema dal 7 novembre distribuito da Universal Pictures, dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, ed è tra i favoriti nella corsa all’Oscar. IL FATTO Anora lavora come spogliarellista ed escort in uno strip club di New York (Ciak Magazine)
Se ne è parlato anche su altri media
Sean Baker, il regista di Tangerine, Un sogno chiamato Florida e Red Rocket, trionfa e vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2024. E forse, alla fine, è giusto così. Perché Anora, il film che dal 7 novembre è al cinema - si rivela alla distanza la gemma (grezza) che è. (Vogue Italia)
A volte un prestigioso premio a un altrettanto prestigioso festival (una Palma, un Leone, un Orso) crea notevoli aspettative e può capitare che all’uscita in sala per molti spettatori la curiosità diventi quasi una delusione, che il film comunque non meriterebbe. (ilgazzettino.it)
Per gli adepti di Tarantino è Sadie della Famiglia Manson (a lei, ricordiamo, provvederanno Di Caprio e un lanciafiamme). Per la community di Disney+ è Max Fox di “Better Things”. (Il Messaggero Veneto)
Abbiamo intervistato il regista americano che, dopo anni di successi nel mondo del cinema indipendente, ha vinto una storica Palma d'oro al Festival di Cannes con questo suo nuovo film, al cinema dal 7 novembre. (ComingSoon.it)
Domani, 7 novembre, arriva nelle sale italiane Anora, il nono film di Sean Baker e il primo ad aver raggiunto sufficiente notorietà da far conoscere questo regista americano. Anora è una storia di ragazzi come non se ne vedono: al centro c’è Anora, una spogliarellista che non disdegna di arrotondare offrendo sesso a pagamento, specie quando nel locale dove lavora arriva Vanya, ragazzo russo pieno di soldi. (WIRED Italia)
Ci è sembrato nuovo e al contempo in dialogo con forme di cinema del passato. C'era qualcosa che ci ha ricordato le strutture classiche di Lubitsch o Howard Hawks, e poi ha preso una direzione completamente sincera e inaspettata. (Movieplayer)