Il fine dining è morto? Ma se c’è chi fattura 90 milioni di euro…

Il fine dining è morto? Ma se c’è chi fattura 90 milioni di euro…
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Ve ne sarete già accorti e, probabilmente, già stufati: il trend più recente sugli editoriali enogastronomici sono le dichiarazioni sulla supposta morte del fine dining e della cucina gourmet, il tutto spesso condito di stereotipi stucchevoli su trattorie, cucine di nonne, zie e trisavole varie, ritorno alla tradizione e il classico repertorio tipico del “tutti critici gastronomici”, tornato in voga anche grazie alla congiunzione favorevole che vedeva gli italiani super esperti di storia dell’economia e dell’alimentazione. (Dissapore)

Ne parlano anche altri giornali

Ancora un solo giorno di attesa per i molti gourmet e ancor di più per alcuni chef italiani. Martedì a Modena saranno svelate le nuove stelle Michelin. (ilgazzettino.it)

Potrebbe essere sintetizzato così il settore del fine dining che, in Italia, si conferma in ottima salute. Come riporta un’analisi Pambianco, il business degli chef stellati ha registrato un aumento complessivo dei ricavi pari al 17% sull’anno precedente. (WineNews)

I dieci migliori chef del nostro Paese hanno raggiunto un totale di quasi 209 milioni di euro di fatturato nel 2023, a fronte dei 178 milioni di euro con i quali avevano chiuso il bilancio relativo all’anno 2022: i dati evidenziano così un notevole consolidamento nel settore insieme a una importante e significativa diversificazione delle attività. (inItalia)

Classifica degli stellati 2023. Primo Da Vittorio

Altro ristorante a Brusaporto Due importanti novità targate famiglia Cerea sono in arrivo l'anno prossimo: la prima è l'apertura di un altro ristorante nella tenuta di Brusaporto, la seconda l'ampliamento della locanda sopra la pasticceria Cavour in Città Alta a Bergamo. (Prima Bergamo)

Il gruppo Da Vittorio si conferma in testa alla classifica italiana dell’alta ristorazione e, per il 2025, mette in campo nuovi progetti. Per dare un’idea del distacco con il resto delle posizioni in classifica, basta scendere al secondo posto, dove troviamo il gruppo Cannavacciuolo, «fermo» a 24 milioni, seguito dalla famiglia Alajmo (19 milioni) e da Massimo Bottura (18,7 milioni). (L'Eco di Bergamo)

Tirando le somme dopo la chiusura dei bilanci, le realtà più strutturate dell’alta ristorazione in Italia continuano a crescere e superano, aggregate, quota 200 milioni di euro di ricavi nel 2023. Oltre ai ristoranti, funziona la differenziazione del business. (Wine Pambianco)