Misura di prevenzione patrimoniale a noto pluripregiudicato ritenuto ai vertice di una potente cosca di ‘ndrangheta egemone a Cirò Marina

Corriere di Lamezia INTERNO

Advertisement. L’attività è stata posta in essere ai sensi della normativa antimafia, di cui al D. Lgs.

Le Fiamme Gialle crotonesi hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale, emessa dalla Sezione Seconda Penale – Misure di Prevenzione del Tribunale di Catanzaro, a firma del Giudice estensore Dott.ssa Arianna Roccia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. (Corriere di Lamezia)

La notizia riportata su altri giornali

Se no entro dentro casa e gli taglio il cuore", dice Rocco Molè intercettato mentre parla del recupero sfumato di un carico di cocaina al porto di Livorno. Non è bastata infatti la parentesi con Libera di don Ciotti per recidere i legami con la famiglia, per allontanarlo da quelle dinamiche e fargli cambiare vita. (Today)

Lo ha rivelato il capo della Procura DDA di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura a Reggio Calabria per illustrare i dettagli sull'operazione «Nuova Narcos Europea» (Gazzetta del Sud - Edizione Reggio Calabria)

Lo era stato anche per il giovane Rocco Molè, classe 95, ma senza l’esito sperato. Doveva diventare il capo, Rocco Molè. (Corriere della Calabria)

Prima di diventare il capo incontrastato di una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta del mondo, egemone nella piana di Gioia Tauro, snodo del traffico internazionale di cocaina, Rocco Molè, 26 anni, terza, forse quarta, generazione di un casato mafioso che ha scritto la storia della più potente organizzazione criminale del mondo, aveva trascorso tre mesi a Torino con l’associazione Libera contro le mafie (La Stampa)

Ma il sospetto che mai fosse riuscito a tranciare il legame con le radici mafiose del casato a cui apparteneva, aleggiava come un fantasma su quella promessa di redenzione: «Poteva cambiare, ma è stato risucchiato nel vortice della sua famiglia», dicono al quartier generale dell’associazione, a Torino (La Stampa)

Il clan Molè, secondo la Dda reggina, si sarebbe allargato nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia, dove avrebbe impiantato i metodi classici della ‘ndrangheta, con mire espansionistiche sulla Svizzera (Approdo Calabria)