Perché nella serie sul caso Yara Gambirasio non si parla delle lettere erotiche scritte da Massimo Bossetti in carcere? Forse su Netflix sarebbe sembrato troppo poco innocente…

Caso Yara, oltre ogni ragionevole dubbio. Ma di chi? Una serie che episodio dopo episodio si è sempre più trasformata in una marcia innocentista a favore di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato in via definitiva all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso la tredicenne. Ma Netflix non ci sta, e scende in campo con tutta una serie di testimonianze e prove con l’unico obbiettivo di traghettare lo spettatore nella confusione più totale. (MOW)

La notizia riportata su altre testate

Andrea Pezzotta è stato il legale di parte civile della mamma di Yara, Maura Panarese e ha guardato anche lui gli episodi della docuserie “Il caso Yara”, distribuita da Netflix. Anch'io, se non avessi seguito il processo, direi: poveretto, un buon padre di famiglia che gioca con i bambini ed è in carcere da dieci anni”. (L'HuffPost)

Spiega perché la famiglia della vittima non ha partecipato al progetto: "La nostra linea è che i processi li facciamo in tribunale, non su Netflix". (Fanpage.it)

Quando alla fine degli anni Ottanta fu scritto il nuovo codice di procedura penale, entrato in vigore nel 1989, l’obiettivo principale della riforma era garantire una reale condizione di parità tra accusa e difesa. (la Repubblica)

Bossetti, l'amarezza dei Gambirasio per la serie tv: «Operazione di marketing che ignora i fatti accertati»

Ma dall’analisi degli atti Bossetti risulta colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. (Fanpage.it)

Dallo scorso 16 luglio, giorno di uscita su Netflix della docu-serie Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio, su TikTok il volto di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello arrestato nel 2014 e condannato all’ergastolo per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio, è diventato un tormentone. (ilmessaggero.it)

«L’ho vista, purtroppo. Dimenticando ciò che c’è nel processo», afferma l’avvocato Andrea Pezzotta. (ilmessaggero.it)