Francesca Comencini a Venezia, nel nome del padre Luigi Comencini

Francesca Comencini a Venezia, nel nome del padre Luigi Comencini
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«Il tempo che ci vuole» per prendere la giusta distanza dal passato, per guarire da una sofferenza, per elaborare un'emozione. Per riallacciare un legame e chissà cos'altro. Francesca Comencini ha voluto intitolare così il toccante film che ha dedicato al suo rapporto con il padre Luigi e che ieri ha presentato fuori concorso alla Mostra tra molti applausi. «Questa storia è una lettera d'amore a mio padre che mi ha salvata» dice la regista commossa. (ilmattino.it)

Su altre testate

Il suo film più personale, emozionato ed emozionante, e forse anche il più bello. (Il Fatto Quotidiano)

«Dopo tanti anni passati a fare il suo stesso lavoro cercando di essere diversa da lui, ho voluto raccontare quanto ogni cosa che sono la devo a lui. Ho voluto rendere omaggio a mio padre, al suo modo di fare cinema, al suo modo di essere, all’importanza che la sua opera e il suo impegno hanno avuto per il nostro cinema, all’importanza che la sua persona ha avuto per me». (La Stampa)

«Perché raccontate i fatti vostri nei film?» incalza sul finale Comencini padre (interpretato da Fabrizio Gifuni) ormai anziano quando la figlia ha appena fatto uscire il suo film d’esordio “Pianoforte” (premiato a Venezia nel 1984) in cui raccontava con molti risvolti autobiografici la vita di due tossicodipendenti. (Il Cittadino)

"Il tempo che ci vuole" è la commovente confessione di Francesca Comencini

Di sé, della sua vita Francesca Comencini aveva fatto la materia del film d’esordio, Pianoforte (1984) premiato proprio alla Mostra di Venezia, nel quale raccontava i suoi anni dell’eroina e di un amore che questa aveva divorato, della scelta di vita e di morte di una giovane coppia e con loro di una generazione. (il manifesto)

L’autore di capolavori senza tempo da Pane, amore e fantasia al Pinocchio televisivo. Si intitola Il tempo che ci vuole l’ultimo film di Francesca Comencini, fuori concorso alla Mostra (dove nel 1984 vinse il premio De Sica con l’opera prima, Pianoforte) e in sala dal 26 settembre. (Corriere della Sera)

Pochissimi registi hanno giocato un ruolo così importante nel nostro cinema come Luigi Comencini, a cui dobbiamo titoli iconici come Pane Amore e Fantasia, La Ragazza di Bube, La Bella di Roma e capolavori del piccolo schermo come Cuore e Le Avventure di Pinocchio. (Today.it)