Il medico di Papa Francesco: «Sapeva di poter morire, chi gli era intorno aveva le lacrime agli occhi»

Il professor Alfieri spiega quale è stata la scelta fatta nel momento di difficoltà. «Dovevamo scegliere se fermarci e lasciarlo andare oppure forzare e tentare con tutti i farmaci e le terapie possibili, correndo l’altissimo rischio di danneggiare altri organi. E alla fine abbiamo preso questa strada». La decisione è stata sempre del pontefice attraverso il suo assistente sanitario personale Massimiliano Strappetti. (Vanity Fair Italia)
Ne parlano anche altri media
Il Papa ermeticamente sigillato nei suoi appartamenti prega, riposa e un po' lavora mentre la Chiesa inizia a interrogarsi su quale modalità potrà essere adottata alla ripresa della sua attività pubblica. (ilmessaggero.it)
Più di un mese di apprensione per tutti i fedeli che hanno pregato per lui da tutto il mondo. Ora il Pontefice dovrà osservare due mesi di riposo assoluto: la convalescenza gli servirà a rimettersi in forze in un anno non facile per la Chiesa, come quello del Giubileo. (La Gazzetta dello Sport)
Francesco - dice riferendosi alla crisi respiratoria del 28 febbraio - "è stato sempre vigile. ROMA. (Il Centro)

Se rimangono numerosi i dubbi sulla presenza di Papa Francesco alle celebrazioni per la Settimana Santa, il cardinale Pietro Parolin ha spiegato che anche a lungo termine il pontefice potrebbe governare la Chiesa con modalità differenti (il Giornale)
Cosa diremo noi quando sarà il nostro momento? Cosa diremo in quell’istante che a ragione è detto “fatale”, perché segnerà in modo irrevocabile l’incontro con il supremo Fato? Quali parole ci saliranno dal cuore di fronte alla morte che vedremo arrivare? La notte del 28 febbraio scorso è toccato a papa Francesco arrivare in quella situazione e, dall’intervista del Corriere della Sera al dottor Se… (La Stampa)
Un fiume di gente che era poi solo un assaggio di quanti erano sintonizzati, in tutto il mondo, su quell'istante. Seduto sulla sedia a rotelle, le mani sventolate a saluto e persino i pollici alzati nella più moderna delle rassicurazioni, a dire «va tutto bene». (il Giornale)