Lia Ferrarini, chi era la figlia del re dei salumi morta a Reggio Emilia. «Amica dalla risata travolgente», amava la campagna e gli animali
Lia Ferrarini, scomparsa tragicamente il 9 novembre 2024 a causa di un incidente agricolo a Reggio Emilia, era una delle figlie della storica famiglia Ferrarini, conosciuta in Italia e nel mondo per i suoi pregiati prodotti alimentari. Nata 56 anni fa, Lia era la quinta di cinque figli di Lauro Ferrarini, fondatore dell’omonimo marchio noto soprattutto per il prosciutto e l’aceto balsamico. Lia Ferrarini, l'amore per la campagna A differenza dei suoi fratelli – Luca, Lucio, Licia e Lisa – Lia non era coinvolta nella parte imprenditoriale dell’azienda di famiglia. (ilmessaggero.it)
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Perché Lia Ferrarini, scomparsa venerdì nell’azienda di famiglia dove si produceva parmigiano reggiano, amava prendersi cura degli animali e non a caso quel giorno era a bordo di un trattore, mezzo che guidava spesso per lavorare in prima persona. (La Repubblica)
È morta all'età di 56 anni Lia Ferrarini, la più giovane dei cinque fratelli per decenni titolari della storica azienda di salumi di Reggio Emilia. Secondo una prima ricostruzione, la 56enne stava lavorando nella grande tenuta di famiglia a Botteghe di Albinea, nella campagna reggiana, quando è caduta da un trattore e ha battuto la testa sul cemento. (il Giornale)
La procura sta considerando varie ipotesi riguardo ai fatti avvenuti venerdì 8 novembre. Lia Ferrarini, la più giovane dell'azienda di produttori alimentari di Reggio Emilia, è morta a seguito di un tragico incidente con un trattore. (Fanpage.it)
Stando alle prime ricostruzioni, stava lavorando con un trattorino, un macchinario che serve per accudire gli animali da stalla, quando improvvisamente è… (La Repubblica)
La sua famiglia è tra le più note in Italia nel campo dei produttori alimentari: Lia Ferrarini, 56 anni, è morta nel pomeriggio di venerdì in un incidente agricolo nella tenuta di Botteghe di Albinea, a Reggio Emilia. (leggo.it)
"Era una di noi, sempre alla mano, cordiale, parlava con gli operai e i dipendenti, trattava tutti allo stesso modo, italiani e stranieri, non c’era differenza". (il Resto del Carlino)