Sotto accusa in Brasile per crimini nella Striscia, soldato israeliano in fuga. Il ruolo dell’ambasciata
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In Israele si riapre il dibattito sulla sicurezza dei suoi soldati in viaggio all’estero, possibili bersagli di azioni legali. L’allarme si è riacceso dopo che un riservista di Tel Aviv è riuscito a fuggire dal Brasile appena prima di essere interrogato nell’ambito di un’indagine su presunti crimini di guerra che avrebbe commesso nella Striscia di Gaza. La vicenda è nata da una denuncia presentata dalla Hind Rajab Foundation (Hrf, un gruppo di difesa dei diritti dei palestinesi con sede in Belgio), che accusa il soldato israeliano, anche in base a tracce lasciate sui suoi profili social, di essere coinvolto nelle sistematiche demolizioni di abitazioni civili a Gaza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Se ne è parlato anche su altre testate
Cresce sempre di più il rischio per i soldati israeliani di essere arrestati all’estero dopo aver prestato servizio a Gaza. Se un soldato di qualsiasi Paese del mondo lasciasse la propria patria per recarsi altrove (per farsi una vacanza, per andare a trovare dei parenti, per ricevere delle cure o per qualsivoglia ragione una persona si recasse in uno Stato straniero) difficilmente sarebbe costretto a lasciarlo perché indagato dalla magistratura locale in quanto appartenente ad un esercito regolare che sta combattendo una guerra. (Mosaico-cem.it)
Ma … L’uomo, come ha confermato il padre ai quotidiani israeliani, è già rientrato a Tel Aviv, aiutato dal consolato. (Il Fatto Quotidiano)
La Hind Rajab Foundation ha pochi mesi di vita ma un archivio imponente: è quello visibile sotto la voce «Perpetrators» del suo sito web. Centinaia di soldati israeliani (erano già mille a inizio ottobre 2024) responsabili di crimini di guerra contro la popolazione civile palestinese di Gaza e che la fondazione chiede di indagare. (il manifesto)
Il motivo? Ha preso parte azioni nell’Idf a Gaza e poi le ha postate sui suoi profili social: per questo motivo è stato riconosciuto e denunciato per crimini di guerra da una associazione umanitaria e successivamente convocato dalla polizia per un interrogatorio. (Il Fatto Quotidiano)
Il governo israeliano averte i suoi cittadini dopo il pericolo scampato: «Attenzione ai contenuti che pubblicate sui social media» (Open)
Mettere sullo stesso piano Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu è quantomeno azzardato ma è normale chiedersi cosa succederebbe se andassero all'estero, dopo essere entrambi stati raggiunti da un mandato di cattura da parte della corte penale internazionale. (il Giornale)