Antonio De Pace, niente ergastolo per l'omicidio della compagna Lorena Quaranta. «Lo stress da Covid un’attenuante» per la Cassazione

Per saperne di più:
Ponte sullo Stretto Messina

Soffocò a mani nude la sua fidanzata Lorena Quaranta, ma essendo «precipitato in uno stato di angoscia» legato alla pandemia e alla paura di morire a causa dell’infezione da Covid-19, secondo la Cassazione, Antonio De Pace merita la concessione delle attenuanti generiche. Sulla base di questo presupposto i giudici della prima sezione penale della Suprema Corte hanno annullato, «limitatamente al punto», la sentenza del 18 luglio 2023, con la quale la Corte di assise di appello di Messina aveva confermato l’ergastolo per omicidio aggravato, già inflitto in primo grado. (ilgazzettino.it)

La notizia riportata su altri media

I giudici della Corte d’assise d’appello di Messina, che avevano confermato anche il risarcimento per le parti civili, avrebbero dovuto – per i giudici ermellini- verificare meglio se “la specificità del contesto possa, e in quale misura, ascriversi all’imputato” per “non avere efficacemente tentato di contrastare” lo stato di angoscia del quale era preda” o se “la fonte del disagio, evidentemente rappresentata dal sopraggiungere dell’emergenza pandemica”. (Sicilia ON Press)

Covid, «ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?». (leggo.it)

Lo ha deciso la Cassazione che, scrive il Messaggero, ha concesso a Antonio De Pace le attenuanti generiche. Lo stress legato alla pandemia da Covid-19 ha avuto un peso sul femminicidio di Lorena Quaranta per mano del fidanzato. (Open)

Strangolò la fidanzata durante la pandemia, la Cassazione annulla l'ergastolo: "Era stressato dal Covid"

Cassazione: stress da Covid-19 fu attenuante Il femminicidio di Lorena Quaranta (Virgilio Notizie)

“Deve stimarsi che i giudici di merito non abbiano compiutamente verificato se, data la specificità del contesto, possa, ed in quale misura, ascriversi all’imputato di non avere “efficacemente tentato di contrastare” lo stato di angoscia del quale era preda e, parallelamente, se la fonte del disagio, evidentemente rappresentata dal sopraggiungere dell’emergenza pandemica con tutto ciò che essa ha determinato sulla vita di ciascuno e, quindi, anche dei protagonisti della vicenda, e, ancor più, la contingente difficoltà di porvi rimedio costituiscano fattori incidenti sulla misura della responsabilità penale”. (Grandangolo Agrigento)

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con la quale la corte di assise di appello di Reggio Calabria aveva condannato all'ergastolo l’infermiere calabrese Antonio De Pace per l’omicidio di Lorena Quaranta, la studentessa di Medicina, di Favara, uccisa nella villetta di Furci Siculo la notte (Secolo d'Italia)