Annullamento dell'ergastolo per Antonio De Pace, l'infermiere calabrese

Antonio De Pace, un infermiere calabrese, ha visto la sua condanna all'ergastolo annullata dalla Corte di Cassazione. De Pace è il reo confesso dell'omicidio della sua fidanzata, Lorena Quaranta, una studentessa di medicina originaria dell'Agrigentino.

L'omicidio è avvenuto durante la prima fase della pandemia di Covid-19. Secondo la sentenza, le restrizioni e l'emergenza avrebbero inciso sulla psiche dell'infermiere, creando un contesto che i giudici non avrebbero valutato nel considerare le attenuanti generiche.

La decisione della Corte ha suscitato reazioni politiche. Alessandro Urzì, deputato di Fratelli d'Italia, ha commentato il caso, sottolineando come le cause di giustificazione per gli autori di brutali delitti di omicidio sembrano fiorire nei pronunciamenti dei giudici italiani.

Lorena Quaranta, originaria di Agrigento, aveva 27 anni e stava per laurearsi in Medicina all'università di Messina. Aveva conosciuto De Pace, che era iscritto al primo anno di odontoiatria, all'università. La coppia viveva insieme a Furci Siculo, appena fuori Messina. La sera del 30 marzo 2020, De Pace ha strangolato Quaranta a mani nude nella loro casa.

La Corte di Cassazione ha annullato la condanna di De Pace, in parte, riguardo alle attenuanti. Questo non è un dettaglio, ma un punto cruciale dell'intera vicenda giudiziaria. Secondo la Corte, De Pace era stressato per il Covid, un'attenuante che potrebbe annullare la sua condanna all'ergastolo. La notizia ha lasciato molti sconcertati, leggendo e rileggendo le motivazioni della sentenza.

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