L’Unione europea abbraccia Vučić. Alla faccia della democrazia

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LA NOTIZIA ESTERI

Nel cuore dell’Europa che predica diritti e principi, c’è posto anche per Aleksandar Vučić. Un presidente autoritario, al potere da dodici anni, che reprime le proteste studentesche e ammicca a Mosca e Pechino, trova ancora una sedia calda a Bruxelles. Ursula von der Leyen e Antonio Costa, rappresentanti di quell’Unione che si proclama custode dello stato di diritto, gli hanno offerto una cena “cordiale, concreta, aperta e responsabile”, mentre fuori dai palazzi la Serbia brucia sotto la rabbia di chi chiede democrazia. (LA NOTIZIA)

Ne parlano anche altri giornali

Le contestazioni avvengono in Stati che hanno un denominatore comune (giovani democrazie nate dal dissolvimento dell’Urss, del Patto di Varsavia e della Jugoslavia), contro corruzione e oligarchie, eredità di un passato che non passa, e per cause specifiche. (L'Eco di Bergamo)

Il 15 marzo scorso quasi mezzo milione di persone hanno riempito le strade di Belgrado; una così ampia partecipazione alle proteste non si vedeva dalla fine degli anni ’90 contro Slobodan Milošević. (Automoto.it)

Il governo della Serbia ha tempo fino al 31 marzo per rispondere alle domande poste dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) per il presunto uso di un'arma sonica contro i manifestanti davanti al parlamento di Belgrado. (Euronews Italiano)

Una portavoce della Commissione europea aveva anticipato che le proteste in corso da oltre 4 mesi avrebbero “benissimo potuto essere oggetto di discussione”, ma il messaggio che trapela dall’incontro rischia di essere un altro: l’Ue, per ragioni strategiche ed economiche, sceglie di non scaricare Vučić voltando le spalle alle aspirazioni del popolo serbo di un taglio netto con il regime al potere da dodici anni. (EuNews)

Ivica Dacic, Ministro dell’Interno, ha negato che la polizia serba abbia utilizzato questo tipo di arma. Secondo i dimostranti, la protesta era stato disturbata da un suono sibilante emesso ad alta frequenza. (L'INDIPENDENTE)

PUBBLICITÀ Migliaia di manifestanti si sono radunati sabato davanti all'emittente televisiva filogovernativa in Serbia, Informer TV, accusandola di diffondere propaganda contro gli studenti universitari che da mesi conducono proteste anticorruzione su larga scala contro il governo del presidente Aleksandar Vučić (Euronews Italiano)