Di Euronews Agenzie: AP I manifestanti sono scesi nuovamente in piazza, questa volta per protestare contro la rete Tv accusata di condurre una campagna di propaganda contro gli studenti universitari che da cinque mesi manifestano contro la corruzione del governo PUBBLICITÀ Migliaia di manifestanti si sono radunati sabato davanti all'emittente televisiva filogovernativa in Serbia, Informer TV, accusandola di diffondere propaganda contro gli studenti universitari che da mesi conducono proteste…
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Approfondimenti:
Sono all’incirca quattro mesi che ogni sabato gli studenti serbi scendono in piazza per protestare contro il regime di Aleksandar Vučić; la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i gravi incidenti avvenuti alla stazione di Novi Sad, che hanno portato alla morte di 16 studenti. Il 15 marzo scorso quasi mezzo milione di persone hanno riempito le strade di Belgrado; una così ampia partecipazione alle proteste non si vedeva dalla fine degli anni ’90 contro Slobodan…
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Nel cuore dell’Europa che predica diritti e principi, c’è posto anche per Aleksandar Vučić. Un presidente autoritario, al potere da dodici anni, che reprime le proteste studentesche e ammicca a Mosca e Pechino, trova ancora una sedia calda a Bruxelles. Ursula von der Leyen e Antonio Costa, rappresentanti di quell’Unione che si proclama custode dello stato di diritto, gli hanno offerto una cena “cordiale, concreta, aperta e responsabile”, mentre fuori dai palazzi la Serbia brucia sotto la rabbia di chi…
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Mentre continuano le proteste contro le istituzioni della Serbia, l'Ue chiede al presidente Aleksandar Vučić di mostrare un maggiore impegno sui diritti civili e sulla lotta della corruzione PUBBLICITÀ Il governo della Serbia ha tempo fino al 31 marzo per rispondere alle domande poste dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) per il presunto uso di un'arma sonica contro i manifestanti davanti al parlamento di Belgrado
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Bruxelles – Travolto dalla rabbia dei cittadini in patria, l’autoritario presidente serbo Aleksandar Vučić trova sollievo a Bruxelles, dove i leader Ue Ursula von der Leyen e Antonio Costa hanno pensato che fosse il momento opportuno per ospitarlo per una cena che lo stesso Vučić ha definito “cordiale, concreta, aperta, responsabile e seria”. Una portavoce della Commissione europea aveva anticipato che le proteste in corso da oltre 4 mesi avrebbero…
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Quasi 600mila persone hanno firmato una petizione per chiedere che sia aperta un’indagine internazionale indipendente sulla polizia serba, la quale viene accusata di aver impiegato, sabato 15 marzo, un’arma sonica contro un gruppo di manifestanti. Secondo i dimostranti, la protesta era stato disturbata da un suono sibilante emesso ad alta frequenza. Ivica Dacic, Ministro dell’Interno, ha negato che la polizia serba abbia utilizzato questo tipo di arma.
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Le contestazioni avvengono in Stati che hanno un denominatore comune (giovani democrazie nate dal dissolvimento dell’Urss, del Patto di Varsavia e della Jugoslavia), contro corruzione e oligarchie, eredità di un passato che non passa, e per cause specifiche. A Belgrado il 15 marzo scorso c’è stata la più grande protesta della storia serba, con centinaia di migliaia di studenti e cittadini nella capitale per una contestazione non violenta, nonostante provocazioni e abusi della polizia.
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Min lettura Il 15 marzo scorso a Belgrado quando centinaia di migliaia di persone hanno protestato contro il governo serbo e il presidente Aleksandar Vučić, non è stato il “dan D” ovvero il giorno della svolta dopo il quale nulla sarà più lo stesso in Serbia. Sicuramente è stata la più grande manifestazione pacifica nella storia del paese, organizzata dal movimento studentesco, a cui hanno partecipato oltre 300 mila persone che hanno riempito le piazze della capitale.
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Politica Il governo serbo è accusato di aver usato un “cannone sonoro”, un’arma illegale, contro i manifestanti di Belgrado E adesso i manifestanti chiedono un'indagine indipendente per scoprire cosa è successo davvero. Da mesi in Serbia sono in corso proteste come nel Paese non se ne vedevano da tempo: sabato 15 marzo 325 mila persone sono scese in piazza a Belgrado chiedendo le dimissioni del governo di Milos Vucevic
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