Biden in bambola: confonde Zelensky con “Putin” e Kamala con “Trump”

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Nicola Porro ESTERI

A Washington, all’atteso appuntamento Nato, tutti gli occhi sono puntati su Joe Biden. Non potrebbe essere altrimenti: dal confronto con Donald Trump in poi, il presidente americano è stato progressivamente scaricato dal mondo democratico e tutto lascia presagire un passo indietro dalla candidatura alle presidenziali di novembre contro il tycoon. Le gaffe si sono moltiplicate con il passare dei giorni e anche a Washington non sono mancate. (Nicola Porro)

La notizia riportata su altri media

Poi, nella notte, è andato in scena l’attacco frontale a Donald Trump nel corso di un comizio a Detroit, mentre i suoi sostenitori gli urlavano ‘Non mollare’. (Secolo d'Italia)

''Non è stata un disastro'' la conferenza stampa di ieri del presidente americano Joe Biden, ''per lui non è finita''. Mi ha chiamato suo vicepresidente e, tra l'altro, non l'ha fatto in modo sarcastico. (Adnkronos)

"Risposte militari alle politiche della Nato". Mentre si chiude il vertice dell'Alleanza Atlantica a Washington, la Russia alza i toni e promette vendetta. Il Cremlino non ha gradito le decisioni prese dall'Occidente: dagli F-16 agli euromissili fino ai 40 miliardi in sostegno di Kiev. (La Stampa)

L'unico suo accenno alle gaffe del confuso presidente in carica è uno stringato e istrionico «Buon lavoro, Joe! Complimenti!» lanciato su «Truth Social», il social network di sua proprietà. E pur ammettendo che la conferenza stampa del presidente «non è stata un disastro», ha proposto a Joe Biden di sottoporsi insieme a lui a dei test cognitivi, spiegando di averli fatti lui stesso, di routine, e di «essere perfetto». (il Giornale)

Non stupisce che in tanti a Mosca… Per molti accoliti del presidente russo Vladimir Putin, l’attentato a Donald Trump è la prova che sono sulla strada giusta. (la Repubblica)

Non fosse stata preceduta da dieci giorni ad altissima intensità, sarebbe stata una conferenza stampa come tante altre. Il presidente è riuscito perfino a trasmettere energia in un paio di passaggi, quando ha messo in guardia dal pericolo per la democrazia rappresentato dal suo avversario e quando – alzando il tono di voce – ha rivolto un appello al Congresso, perché faccia qualcosa contro la piaga delle armi da fuoco che, ha ricordato, ancora oggi “sono la prima causa di morte per i bambini in America, più del cancro”. (ISPI)