Il caso Commerzbank. L’Europa sta con Unicredit. “Le fusioni creano resilienza”

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QUOTIDIANO NAZIONALE ECONOMIA

– Si infiamma il fronte Commerzbank. Ieri un’altra giornata di polemiche al calor bianco. Da una parte Unicredit, che punta con decisione verso il 30% ed ha già dichiarato di avere nel portafoglio oltre il 21% delle quote. Dall’altra il governo tedesco, che frena sulla scalata dell’istituto italiano. Spalleggiato dai sindacati ma anche dal vicepresidente e sindacalista della banca di Francoforte, Uwe Tschaege, che non ha usato mezze parole contro Unicredit, parlando di fronte alla sede centrale dell’Istituto: “Non lo vogliamo”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altri giornali

Unicredit prenota un altro 11% di Commerzbank, portando la propria presa sulla terza banca tedesca dal 9% attuale a un 20% potenziale. Di pari passo con la partecipazione, la cui quota addizionale è affidata a derivati e altri strumenti finanziari, sale però all’acme lo scontro politico tra la banca guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel e il governo semaforo di Olaf Scholz. (Nicola Porro)

Da lunedì pomeriggio, vale a dire da quando Olaf Scholz è entrato a gamba tesa sull’operazione Unicredit-CommerzBank, parlando di “attacchi non amichevoli” e “acquisizioni ostili”, tra Milano, Francoforte e Bruxelles serpeggia un certo imbarazzo. (FIRSTonline)

Il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani in Libano è salito a 558, tra cui 50 bambini. . (Tuttosport)

Le fusioni "potrebbero rendere le banche più resilienti agli shock grazie alla maggiore diversificazione degli asset. E consentirebbero alle banche europee di avere modelli aziendali più efficienti, perseguire strategie di crescita e investire nella digitalizzazione". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Mentre ieri l'istituto italiano guidato da Andrea Orcel annunciava di avere elevato al 21% la propria quota nel capitale della banca tedesca, grazie a «strumenti finanziari aventi a oggetto una partecipazione pari all'11,5% nel capitale sociale» di Commerzbank, da New York il cancelliere Olaf Scholz lanciava una sorta di anatema contro «le acquisizioni ostili e i metodi sgarbati nel settore delle banche», precisando che «il governo federale è contrario a scalate annunciate senza alcuna consultazione» con le autorità deputate; soprattutto se il soggetto «aggredito è una banca la cui strategia è orientata all'indipendenza». (il Giornale)

Dopo la chiusura ieri del cancelliere Olaf Scholz («Acquisizioni ostili non positive per le banche») oggi è il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, a gettare di nuovo la palla nella metà campo degli oppositori al takeover. (Corriere della Sera)