Tavares chiama i sindacati, c'è chi accetta il confronto e chi lo vuole dopo lo sciopero

Tavares chiama i sindacati, c'è chi accetta il confronto e chi lo vuole dopo lo sciopero TERMOLI. Si avvicina l’attesissima audizione in Parlamento dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, prevista per venerdì 11 ottobre. Come sovente (o sempre) avviene, si contattano le parti sociali per definire un incontro anche informale, vista la possibilità di un confronto diretto. Tuttavia, le segreterie nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, hanno chiesto a Tavares di rinviare l’incontro che il Ceo aveva fissato proprio per dopodomani. (Termoli Online)

La notizia riportata su altri media

Mentre l’azienda vanta numeri da record – con un fatturato di 189,5 miliardi di dollari nel 2023 (+6% rispetto all’anno precedente), un profitto di 18,6 miliardi (+11%) e dividendi agli azionisti saliti a 6,6 miliardi (+53%) – la realtà per i lavoratori, soprattutto nello stabilimento di San Nicola di Melfi, è drammatica. (vulturenews.net)

Ed è presto spiegato. Il settore è al collasso: il crollo del mercato ad agosto e lo stallo delle vendite di mezzi con motore elettrico confermano una situazione molto difficile. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Nel 2004 abbiamo bloccato la fabbrica per 21 giorni e forse allora aveva un senso, ma oggi?”. “Se quell’esperienza di 23 anni ci portò se non altro a sconfiggere la doppia battuta (due settimane a fila di notte, n. (Basilicata24)

Stellantis Termoli, anche le Istituzioni in piazza. Serve un piano industriale per salvare lo stabilimento, il tempo è scaduto

«Mazzata», «decisione terribile», «dipendenti a casa», «Mirafiori ferma». Le parole che raccontano una crisi un po’ si somigliano, sanno di perdita e incertezza. (Vita)

Soprattutto in Italia. Molto probabile che il manager portoghese attribuisca gran parte dei problemi al rallentamento della domanda, al difficile contesto internazionale, al peggioramento del quadro macroeconomico o all’incertezza normativa. (Quattroruote)

Con il progetto della Gigafactory ancora in bilico e la sospensione della produzione delle batterie elettriche di Automotive Cells Company (ACC), le preoccupazioni per i circa 2.000 lavoratori dello stabilimento e per l’indotto crescono di giorno in giorno. (Primonumero)