Referendum, rebus ammissibilità: il test dell’Autonomia è il bivio per il governo

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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

– Hai voglia di giocare la carta delle opposizioni divise: per il governo la sfida referendaria rischia di trasformarsi in un incubo. È vero che se passassero i quattro quesiti sul jobs act promossi dalla Cgil il problema sarebbe limitato: il papà della legge che i promotori si propongono di abolire si chiama Matteo Renzi, e ambisce a militare sul fronte opposto. Ma il discorso è ben diverso per gli altri due referendum che hanno superato il quorum delle firme: se a uscire vincente dalle urne fosse il quesito che porta da 10 a 5 gli anni di residenza richiesta agli stranieri per ottenere la cittadinanza il colpo sarebbe forte. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altri media

A fare la differenza nella raccolta è anche il tema e l'efficacia della campagna di comunicazione. I dati (Sky Tg24 )

Il deposito in Cassazione di un milione e 300mila firme per il referendum abrogativo dell’autonomia regionale differenziata, insieme allo sprint che martedì scorso ha portato in poche ore al raggiungimento delle 500mila sottoscrizioni per il quesito sulla cittadinanza, denota un rinnovato fermento di partecipazione “dal basso”, seppure dietro la spinta di un grande sindacato come la Cgil e dei partiti dell’opposizione. (Avvenire)

La notizia di queste ore è che i promotori del referendum che si propone di accorciare a cinque anni la possibilità per gli immigrati regolari, di diventare cittadini italiani, hanno raccolto 500mila firme: Riccardo Magi e Benedetto della Vedova di +Europa hanno insomma già raggiunto il numero sufficiente di adesioni, adesso continueranno a raccoglierle fino al 30 settembre e poi il quesito verrà sottoposto al giudizio della Cassazione e della Corte Costituzionale e - se dichiarato ammissibile - andremo a votare in primavera. (L'Eco di Bergamo)

Il pungolo del referendum

Tanto che a breve si potrebbe aprire una vera e propria discussione anche in ambito parlamentare per andare a modificare l’articolo 9 dell’attuale legge sulla cittadinanza, la numero 91 del 1992, basata sul cosiddetto “ius sanguinis”, cioè sul “diritto di sangue”. (Italia Oggi)

A sinistra e sui media che contano suonano la grancassa sulle 500mila firma raggiunte. Eppure neanche questo risultato fa da lievito a questo soufflé sgonfio che si ostinano a chiamare (Secolo d'Italia)

Senza entrare nel merito della complessa questione legata ai requisiti per ottenere la cittadinanza italiana, il referendum promosso da Riccardo Magi di +Europa rappresenta un grave errore politico per il cosiddetto campo largo, tant’è che lo scaltro Giuseppe Conte si è ben guardato da apporre la sua firma, limitandosi a simpatizzare per il ben più blando Ius scholae proposto, a mio avviso incautamente, da Forza Italia. (Nicola Porro)