Di Matteo-Bonafede, Toninelli: «È stata una trappola. Ho chiarito alcune menzogne di questi giorni contro il M5S»

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Silenzi e Falsità INTERNO

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La notizia reale è che il ministro Bonafede, appena insediatosi, chiama un grande magistrato antimafia (Nino Di Matteo, ndr) e gli offre due incarichi, optando più su uno: direttore generale affari penali, incarico che venne ricoperto a suo tempo da Giovanni Falcone.

«È stata veramente una sorta di trappola.

Così il senatore del Movimento 5 Stelle intervenendo a L’Aria che Tira, trasmissione condotta da Myrta Merlino su La7, in merito al caso Di Matteo-Bonafede. (Silenzi e Falsità)

Se ne è parlato anche su altri media

Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al Question time al Senato. Le scarcerazioni richiamate sono decisioni giurisdizionali di natura discrezionale impugnabili secondo la relativa disciplina". (Adnkronos)

"Non chiesi al ministro Bonafede perché aveva cambiato idea" sulla mia nomina al Dap "ma rimasi sorpreso". (Fotogramma). "Prima una proposta, poi un'altra" dal ministro Bonafede. (Adnkronos)

Non ho assistito ai colloqui, ma l'idea di Bonafede condizionato o succube di pressioni mafiose è assolutamente irrealistica''. Così il premier Giuseppe Conte intervistato dal 'Fatto quotidiano' interviene sullo scontro fra il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il magistrato Nino Di Matteo, causato dalla mancata nomina di quest’ultimo a capo del Dap. (Adnkronos)

Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, sta preparando un intervento normativo per far rivalutare le recenti scarcerazioni di detenuti vicini alla criminalità organizzata per motivi di salute legati al coronavirus. (AGI - Agenzia Italia)

Ad averlo sottolineato è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine della giornata di aspre polemiche politiche. Conte: “Piena fiducia nell’operato di Bonafede”. Condividi. Piena fiducia nell’operato di Alfonso Bonafede come ministro della Giustizia”. (Imola Oggi)

Durante il question time alla Camera dei deputati, Bonafede garantisce: “Nel giugno 2018 non vi fu alcuna interferenza, diretta o indiretta, nella nomina del capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”. (Fanpage.it)