Georgia, ora la Russia teme una nuova rivoluzione colorata ai suoi confini: “Le proteste sembrano un’altra Euromaidan”

Georgia, ora la Russia teme una nuova rivoluzione colorata ai suoi confini: “Le proteste sembrano un’altra Euromaidan”
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Il Fatto Quotidiano ESTERI

In piazza gli studenti, in piazza i professori. Giovani, vecchi. In Georgia, in queste ore, in piazza ci sono tutti. Tbilisi fa scintille: sono quelle dei petardi dei manifestanti, fuochi d’artificio esplosi contro gli scudi della polizia schierata che tenta di arginarli, ma non ci riesce. Nonostante idranti e manganelli, gas lacrimogeni sparati ad altezza uomo, non tornano a casa. Le proteste sono esplose nelle stesse strade che ne avevano ospitate già moltissime negli ultimi mesi. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri giornali

La Corte Costituzionale della Georgia ha respinto il ricorso contro il risultato delle elezioni del 26 ottobre scorso, che avevano segnato una vittoria del partito di governo Sogno Georgiano con il 56% dei suffragi. (Il Fatto Quotidiano)

Rutte (Nato): profondamente preoccupati della situazione in Georgia 03 dicembre 2024 (Il Sole 24 ORE)

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie Georgia, arrestato leader opposizione. L’avvertimento di Mosca (TV2000)

Georgia, scontri a Tbilisi tra polizia e manifestanti pro-UE

All’acuirsi dello scontro in piazza si sta sommando anche un duro scontro a livello politico e istituzionale, che rischia di paralizzare (o destabilizzare ulteriormente) il piccolo Paese caucasico, sempre più in bilico tra l’Europa e la Russia (EuNews)

Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni. (LifeGate)

La polizia georgiana ha usato gas lacrimogeni per disperdere migliaia di manifestanti pro-UE radunati nel centro di Tbilisi, in un contesto di crisi politica sempre più profonda nella nazione del Mar Nero. (ilmessaggero.it)