L'Iran ora dice che l'arresto di Sala non è una ritorsione per Abedini: "Speriamo il caso si rivolva presto"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Fanpage.it INTERNO

L'Iran insiste e dice che l'arresto di Cecilia Sala non ha nulla a che vedere con il caso dell'ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, che si trova al carcere di Opera: "Ci auguriamo che il caso di Cecilia Sala venga risolto rapidamente". (Fanpage.it)

Su altre testate

Dal settembre 2018 al novembre 2020 l’accademica anglo-australiana Kylie Moore Gilbert, ricercatrice della Melbourne University specializzata in Medio Oriente, è stata rinchiusa tra le mura della prigione di Evin, la stessa dove si trova ora Cecilia Sala. (Il Fatto Quotidiano)

Questa volta è la portavoce del governo — nominata dal presidente «riformista» Masoud Pezeshkian e prima donna a ricoprire il ruolo — a ribadire la «nuova» versione iraniana sul caso di Cecilia Sala rinchiusa dal 19 dicembre in una cella a Evin, a Teheran. (Corriere della Sera)

Le parole del portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, che apparentemente sganciano il destino della giornalista italiana da quello di Mohammad Abedini Najafabadi, fermato a Malpensa il 16 dicembre su mandato internazionale degli Stati Uniti e detenuto ad Opera con misure di massima sicurezza, non sembrano preoccupare chi lavora per il ritorno a casa della ventinovenne italiana. (ilmessaggero.it)

L’arresto di Cecilia Sala a Teheran «non è in alcun modo una ritorsione» per quello dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi avvenuto all’aeroporto milanese di Malpensa lo scorso 16 dicembre su mandato emesso dagli Usa. (ilmessaggero.it)

'Intervento del governo per scarcerazione giornalista romana è una mossa tattica che ha il potenziale di riposizionare l’Italia come interlocutore privilegiato nei delicati equilibri del Medio Oriente' (Adnkronos)

La portavoce dell’esecu… (la Repubblica)