Elezioni in Iran: un futuro per i moderati?

Come previsto, in Iran si sono svolte le votazioni per eleggere il successore del presidente Ebrahim Raisi, morto il 19 maggio in un misterioso incidente mentre volava su un vecchio elicottero non lontano dal confine con l’Azerbaigian. Queste elezioni anticipate coincidono con l’intensificazione delle tensioni regionali dovute all’attuale guerra tra Israele e Hamas (supportato da Teheran) e la crescente crisi tra lo Stato ebraico e gli sciiti Hezbollah in Libano; ma anche dalla cicatrice creata tra Gerusalemme-Tel Aviv e Teheran dopo il primo attacco diretto iraniano contro lo Stato israeliano. (L'Opinione delle Libertà)

Ne parlano anche altri giornali

Seggi aperti in Iran per il ballottaggio delle elezioni presidenziali tra il riformista Masoud Pezeshkian e l'ultraconservatore (paydari) Saeed Jalili. Al primo turno della corsa alla presidenza, dopo la morte il 19 maggio di Ebrahim Raisi, Pezeshkian aveva ottenuto 10.415.991 voti, mentre Jalili 9.473.298. (Civonline)

Il Paese voterà domani per il secondo turno delle elezioni presidenziali che vedranno sfidarsi un candidato riformista, sostenitore dell'apertura verso l'Occidente, contro un esponente del campo ultraconservatore (AGI - Agenzia Italia)

Nonostante gli appelli al voto del regime, la maggioranza degli iraniani ha disertato le urne al primo turno delle elezioni presidenziali, così come avevano chiesto gli oppositori del regime di Teheran (Today.it)

Teheran, il non voto spinge i riformisti

Ci sono un paio di chiavi di lettura per guardare alla corsa presidenziale in Iran che si risolverà i 5 luglio con il ballottaggio tra il riformista Massoud Pezeshkian, ieri in vantaggio con oltre il 42%, e il fondamentalista Said Jalili. (il manifesto)

Al primo turno venerdì scorso, hanno ottenuto più voti il ‘’riformista’’ Masoud Pezeshkian e il conservatore Saeed Jalili. Dei 24,5 milioni di voti espressi nelle elezioni di venerdì, Pezeshkian ha ottenuto 10,4… (La Stampa)

I riformisti rialzano la testa e l'Iran si prepara a un ballottaggio ad alta tensione, venerdì 5 luglio, con la sfida tra il progressista Masoud Pezeshkian e il fondamentalista Saeed Jalili. Si va al secondo turno perché nessuno dei due è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta nella corsa presidenziale. (il Giornale)