Gualtieri e la piazza: “Roma città dei trattati. Orgoglioso, lo rifarei”
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Roma, città simbolo della storia europea, torna al centro del dibattito politico dopo la manifestazione del 15 marzo scorso, organizzata per celebrare l’Europa e i trattati del 1957, considerati l’atto di nascita dell’Unione Europea. Il sindaco Roberto Gualtieri, senza mezzi termini, difende la scelta di promuovere l’evento con fondi pubblici, rivendicandone la legittimità e il valore storico. «Era doveroso per Roma capitale — la città dove furono firmati quei trattati, di cui l’Italia è fondatrice — sostenere una grande manifestazione per l’Europa. Lo rifarei mille volte», ha dichiarato, respingendo ogni critica con un tono che non lascia spazio a dubbi.
Le parole di Gualtieri arrivano in un momento in cui l’uso dei soldi pubblici per eventi politici è sotto la lente d’ingrandimento. Fratelli d’Italia, infatti, ha annunciato un esposto contro i sindaci che utilizzano risorse della collettività per iniziative di carattere partitico. Una mossa che, sebbene non direttamente rivolta a Gualtieri, sembra aprire un fronte polemico più ampio, coinvolgendo anche altri amministratori locali.
Tra questi, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha deciso di spostare di un giorno la manifestazione “pacifista” prevista inizialmente per il 5 aprile. La nuova data, il 6 aprile, è stata giustificata con motivazioni logistiche, ma secondo alcune voci il vero motivo sarebbe il timore di un confronto diretto con la manifestazione romana dei Cinque Stelle, fissata proprio per il 5. Lepore, tuttavia, nega ogni intento politico, sottolineando il carattere apartitico dell’evento.
Intanto, a Roma, Albino Ruberti, capo segreteria del Comune, difende l’organizzazione della piazza per l’Europa, ricordando che l’evento è stato sostenuto sin dall’inizio dall’amministrazione capitolina. Ruberti, che ha presieduto la società comunale Zètema sotto cinque sindaci di diversi schieramenti, afferma che «non è mai capitato che qualcuno non utilizzasse questa struttura per eventi di questo tipo», ribadendo la normalità di simili iniziative.
Anche in Toscana, il segretario regionale del Pd, Emiliano Fossi, si è espresso a favore della manifestazione bolognese, precisando che il partito parteciperà «solo con le bandiere dell’Europa», per evitare qualsiasi strumentalizzazione politica. Fossi, che aveva mancato l’appuntamento romano a causa del maltempo, conferma la presenza del Pd a Bologna, sostenendo l’idea di un’Europa unita e solidale.
La piazza per l’Europa, dunque, diventa non solo un momento di celebrazione, ma anche un terreno di scontro politico, dove le diverse forze partitiche si misurano su temi che vanno oltre la semplice organizzazione di eventi. Mentre Gualtieri difende a spada tratta la scelta di Roma come palcoscenico ideale per ricordare i trattati del ‘57, le polemiche sull’uso dei fondi pubblici e sulle date delle manifestazioni rivelano un contesto più ampio, in cui la politica si intreccia con la gestione del territorio e delle risorse.