L'Iran porta al ballottaggio l'ultraconservatore e il riformista

Ansa Non che in Iran ci siano veri candidati riformisti alla presidenza. Ma alcuni sono meno conservatori di altri. Ed è per questo che il 5 luglio sarà una data importante per capire in che direzione vuole andare il Paese. A scrutinio in corso, dopo il voto di ieri, il ministero degli Interni ha annunciato che nessuno dei candidati potrà ormai raggiungere la soglia del 50% dei voti più uno necessaria a conquistare la presidenza. (Avvenire)

Su altri giornali

La battaglia finale per la presidenza della Repubblica in Iran si svolgerà il 5 luglio tra l’ultraconservatore Saeed Jalili e il “moderato” Masoud Pezeshkian e sarà come sempre una lotta senza quartiere tutta interna al regime. (L'HuffPost)

In primis a causa della bassa partecipazione alle urne che non ha raggiunto nemmeno il 50% e questo nonostante il ritorno dei riformisti, a dimostrazione del fatto che i riformisti non hanno l’autorità di un tempo. (La Stampa)

Il nuovo presidente dell’Iran si deciderà al ballottaggio venerdì 5 luglio. Si sfideranno il riformista Masoud Pezeshkian e il conservatore Saeed Jalili. A vincere al primo turno è stato l’astensionismo. (LAPRESSE)

In Iran vince l'astensionismo: al ballottaggio il riformista Pezeshkian e l'ultraconservatore Jalili

Il Paese voterà domani per il secondo turno delle elezioni presidenziali che vedranno sfidarsi un candidato riformista, sostenitore dell'apertura verso l'Occidente, contro un esponente del campo ultraconservatore (AGI - Agenzia Italia)

Lo ha annunciato ufficialmente l'autorità elettorale iraniana.Lo scarto di voti fra i due è di circa un milione, con Pezeshkian in testa, secondo quanto dichiarato del portavoce dell'autorità elettorale Mohsen Eslami, confermando la tendenza che si è manifestata sin dallo spoglio dei primi seggi. (il Dolomiti)

Nonostante gli appelli al voto del regime, la maggioranza degli iraniani ha disertato le urne al primo turno delle elezioni presidenziali, così come avevano chiesto gli oppositori del regime di Teheran. (Today.it)