Ucraina, i negoziati di Gedda e la patetica contesa Macron-Starmer

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Nicola Porro ESTERI

Il summit di Gedda tra Ucraina e Stati Uniti ha segnato un’importante accelerazione nel processo di pace, mettendo da parte le fratture emerse tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky dopo il loro incontro-scontro nello Studio Ovale di febbraio. Il vertice, che ha visto il coinvolgimento di delegazioni di alto livello, ha soddisfatto e persino superato le aspettative, portando a un comunicato congiunto che sancisce una possibile svolta dopo oltre tre anni di conflitto. (Nicola Porro)

La notizia riportata su altri giornali

Un cessate il fuoco temporaneo nella guerra russo-ucraina sarà discusso "la prossima settimana", ovvero tra il 17 e il 23 marzo. Lo ha riferito ai giornalisti il capo dell'ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, dopo i negoziati tra Stati Uniti e Ucraina in Arabia Saudita. (Sky Tg24 )

Il segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha affermato che oggi gli Stati Uniti “avranno contatti con i russi”, da cui sperano di avere una risposta positiva sulla tregua di 30 giorni a cui l'Ucraina si è detta pronta. (Liberoquotidiano.it)

La Russia predica cautela e si mostra scettica dopo l'accordo tra Ucraina e Stati Uniti su una proposta piano di tregua di 30 giorni raggiunto a Gedda, dalla Russia arrivano messaggi che predicano cautela. (LA STAMPA Finanza)

Quando da Gedda arrivano le notizie di una rinnovata intesa tra Usa e Ucraina e la loro proposta di una tregua di trenta giorni, i commentatori televisivi russi sbraitano. Il disorientamento è palese. (la Repubblica)

Città del Vaticano L’incontro a Gedda tra Ucraina e Stati Uniti con la mediazione dell’Arabia Saudita è stato fruttuoso: revocata la sospensione degli aiuti militari e di intelligence a Kyiv, un accordo sui minerali che sarà raggiunto “il prima possibile”, ma soprattutto sì a una tregua di 30 giorni che ora, però, spetterà alla Russia accettare. (Vatican News - Italiano)

Alla fine, Kiev non poteva far altro che sedersi al tavolo, partecipare al processo negoziale annunciato e intrapreso dall’amministrazione Trump. Non perché vi sia la certezza di poter ottenere per via diplomatica quel risultato che gli ucraini, con il tardivo e reticente sostegno occidentale, non sono riusciti a trovare sul campo, ovvero respingere i russi fuori dai confini del febbraio 2022. (Nicola Porro)