L'Italia e le spese militari: Trump farà pressione sul nostro governo?
Natalizia e Mazziotti scrivono per l'Atlantic Council: la questione del 2% del Pil dedicato alla Difesa non può essere rimandata L'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha riacceso le preoccupazioni tra gli alleati europei della Nato, Italia compresa, che temono un'accresciuta pressione per rispettare gli impegni di spesa militare. Già nel 2014, al vertice di Galles, gli alleati avevano promesso di destinare almeno il 2% del Pil alla difesa, ma l'Italia è rimasta ferma all'1,5% e rischia di subire critiche più aspre se questo tetto verrà alzato al 3%. (Adnkronos)
Ne parlano anche altre testate
Più spese per la difesa, fino ad arrivare al 5% del Pil. Più acquisti di gas e petrolio Usa da parte degli europei, altrimenti scatteranno i dazi doganali. (ilmessaggero.it)
(Adnkronos) – (CremonaOggi)
Sembrava che l'incrocio pericoloso tra la guerra infinita in Ucraina e l'imminente ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump dovesse produrre con gran fatica l'effetto preteso da quest'ultimo, ovvero l'incremento delle spese militari dei Paesi europei. (il Giornale)
A scriverlo è il Washington Post secondo il quale il leader della Federazione punta a realizzare un “grande accordo” con Donald Trump che ridisegnando il quadro della sicurezza europea “ lascerebbe l’Ucraina alla mercè del Cremlino, indebolirebbe la Nato e consoliderebbe il ruolo della Russia come potenza mondiale ”. (il Giornale)
Non 2,5% come ipotizzato dal ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, né il 3% anticipato dal segretario Nato Mark Rutte. (Il Fatto Quotidiano)
Il team di Donald Trump ha detto ai funzionari europei che il presidente entrante degli Stati Uniti non fermerà la fornitura di armi all'Ucraina e chiederà agli stati membri della Nato di aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil. (Il Giornale d'Italia)