Perché gli 883 si sono divisi, la vera storia di Max Pezzali e Mauro Repetto

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Quello che a tutti sembra un sogno, per Mauro Repetto comincia ad assomigliare a un incubo. La pressione è troppa e il membro più giovane del duo fatica a sostenerla. Così, dopo il tour nelle discoteche e l’album raccolta Remix ’94 che include l’inedito Chiuditi nel cesso, il duo si scioglie. Mauro saluta Max senza alcun tipo di animosità, gli lascia il marchio 883 e, nel tentativo di ritrovare sé stesso, abbandona le scene e parte per gli Stati Uniti, sparendo per lungo tempo dai radar dello spettacolo italiano. (Sky Tg24 )

Ne parlano anche altri media

News Serie TV La nostalgia anni '90 batte forte su Sky e NOW e fa volare Hanno Ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883 al debutto. La serie diretta da Sydney Sibilia, Alice Filippi e Francesco Ebbasta parte fortissimo e segna già un record: con più di 1 milione 300mila spettatori medi in una settimana, è la nuova serie Sky Original debuttante più vista su Sky degli ultimi 8 anni. (ComingSoon.it)

Da due compagni di banco per caso, due ragazzi che sono amici come lo si può essere solo durante l’adolescenza, prende il via la storia di un successo travolgente, in grado di dar vita in pochissimi anni a una delle realtà più amate e iconiche della musica italiana. (Digital-Sat News)

Tra gli scivoli e la pista della Walky cup di Aquafan, all’inizio degli anni ’90, Max Pezzali e Mauro Repetto hanno mosso i primi passi nel mondo della musica. Su quel palco è iniziata la loro leggenda. (il Resto del Carlino)

Hanno Ucciso l'Uomo Ragno - Questa invece ci piace :-)

La storia di uno dei gruppi pop simbolo degli anni '90 in Italia continua ancora ad appassionare milioni di persone (Movieplayer)

Un banco di scuola di un liceo di Pavia, una stretta di mano… e il resto è storia. La storia di un successo dirompente, quella degli 883, di Max Pezzali e Mauro Repetto, fatta di musica e di grande amicizia che continua ad appassionare tutti. (Digital-Sat News)

Sono passati solo pochi giorni da quando ci toccava parlare male di una serie italiana di grandi mezzi come Citadel: Diana, che subito dobbiamo fare i conti con un altro prodotto tricolore di tutt’altro tenore, budget probabilmente molto più risicato, trailer discutibili, e un generico timore di puzzonata zuccherosa. (Serialminds.com)