Il gioco delle tre carte degli iraniani: «L’arresto di Sala non è ritorsione»
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Le versioni del regime iraniano cambiano, si alternano, si rincorrono e si accavallano, in una girandola diplomatica che assomiglia al gioco delle tre carte, ma di cui non si può non tenere conto. L’ultima ci dice che l’arresto di Cecilia Sala avvenuto Teheran lo scorso 19 dicembre «non è in alcun modo una ritorsione» come ha puntualizzato la portavoce del governo della Repubblica islamica, Fatemeh Mohajerani nel corso di un incontro con i media locali. (Il Dubbio)
Su altri media
Diplomazia e intelligence sono utili ma non la riportano a casa. Dimentichiamo il diritto - le imprecisate “leggi islamiche” che avrebbe violato. (La Stampa)
"Penso che la signora Sala era sicuramente al corrente dei rischi ad andare a operare in Paesi come l'Iran. (L'HuffPost)
Non solo perché le condizioni detentive in cui versa la reporter di Chora Media e del Foglio, in isolamento, sono preoccupanti ma perché il contesto internazionale lo richiede. Roma-Teheran-Washington. (ilmessaggero.it)
«La giornalista italiana è stata arrestata per "violazione delle leggi della Repubblica Islamica (dell'Iran)", come ha affermato in un comunicato il dipartimento dei media esteri del ministero della Cultura e dell'Orientamento Islamico», ha aggiunto Baghaei. (ilgazzettino.it)
Tuttavia, il generale ha ribadito che è indispensabile l’intervento della diplomazia italiana per riportarla a casa e garantire la tutela che spetta a ogni cittadino all’estero. Roberto Vannacci ha espresso le sua opinione sul caso di Cecilia Sala, arrestata in Iran il 19 dicembre. (Virgilio Notizie)
Lo ha ribadito la portavoce del governo della Repubblica islamica, Fatemeh Mohajerani. «Ci auguriamo che la questione della giornalista venga risolta rapidamente - ha precisato - ma il suo arresto non è correlato ad alcuna altra questione». (ilmessaggero.it)