Schlein, 'soldi pubblici sperperati per i centri in Albania'

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Il Messaggero Veneto INTERNO

"Il governo di Giorgia Meloni alza le tasse e sperpera quasi un miliardo di euro dei contribuenti per i centri migranti in Albania, in spregio ai diritti fondamentali delle persone e alla recente sentenza europea sui rimpatri che fa scricchiolare l'intero impianto dell'accordo con l'Albania. Potevamo usare quelle risorse per accorciare le liste di attesa o per assumere medici e infermieri. Adesso abbiano la decenza di non chiederci più dove tiriamo fuori i soldi per la sanità, è gravissimo aver scelto di depotenziare il servizio sanitario nazionale nonostante ogni anno più di quattro milioni e mezzo di persone in Italia non riescano a curarsi". (Il Messaggero Veneto)

Su altri media

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi , fissa l'avvio delle operazioni di trasferimento dei primi migranti anche nel centro di accoglienza a Gjader, un ex sito dell'Aeronautica militare albanese abbandonato da molti anni e completamente ricostruito. (Il Sole 24 ORE)

Tutti i passeggeri sono stati soccorsi in mare e sottoposti al primo screening a bordo per verificare che abbiano i requisiti (provenienza da Paesi sicuri, maschi, non vulnerabili) previsti per continuare con il trasferimento. (ilgazzettino.it)

Si tratta di un modus operandi divenuto indispensabile anche perché le Regioni governate dalla sinistra si sono dimostrate sempre riluttanti a collaborare con il Governo nei propri territori nell'individuazione di Cpr finalizzati a dirimere l'emergenza immigrazione". (Civonline)

Primo gruppo di migranti verso l’Albania. Il trasferimento su una barca della Marina

Verso l’Albania i primi migranti trasferiti dall’Italia verso i nuovi centri allestiti nel Paese balcanico in base agli accordi sottoscritti fra il governo Meloni e Tirana. (L'Unione Sarda.it)

Molteplici dubbi sono stati sollevati sulla possibilità che i migranti possano far valere i loro diritti avendo contatti solo da remoto con i legali, la recente sentenza della Corte di Giustizia Ue ha stabilito che la designazione di un paese sicuro deve estendersi a tutto il suo territorio e per tutti, mettendo così in discussione la lista stilata dall’Italia in base alla quale si dovrebbero fare i rimpatri con procedura accelerata. (il manifesto)

E' il ministero dell'Interno a curare l'iniziativa. Sulle persone da trasferire, soccorse in mare, è stato fatto un primo screening a bordo per verificare che abbiano i requisiti previsti: provenienza a Paesi sicuri, maschi, non vulnerabili. (La Stampa)